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Avellino: San Valentino alternativo con le burneshe
al Godot

San Valentino è una ricorrenza amata, odiata, snobbata e su cui si costruiscono opinioni di ogni sorta. Oggi i rapporti sentimentali e interpersonali possono assumere varie forme.

L’amore, oggi, rappresenta un atto di forza, di coraggio e di libertà soprattutto per quelle persone che decidono di amare qualcuno che non è conforme ai gusti della società o a ciò che ci è stato inculcato da un’educazione con retaggi religiosi che,  ad esempio, non contempla relazioni tra individui appartenenti allo stesso sesso. Il significato della parole amore e di tutto il flusso emozionale che ne consegue deve e può essere ribaltato, basta seguire i propri desideri e la propria libertà anche attraverso atti di forza proprio come hanno fatto e continuano a fare le burneshe albanesi.

burnesha

burnesha

Chi sono le burneshe?

Le burneshe, chiamate anche vergini giurate, sono donne che hanno deciso di vivere in libertà la loro vita, fuggendo dagli obblighi morali e dalle aspettative che la società maschilista impone al gentil sesso. Le vergini giurate sono donne che hanno deciso di vivere come uomini, assumendone anche le sembianze attraverso il vestiario. Il loro non è un travestimento ma una scelta e una presa di posizione culturale.

La figura della burnesha è ammessa in Albania e in Kosovo, le vergini giurate sono figure che vengono riconosciute anche legalmente dal Kanun, codice consuetudinario albanese. Inizialmente questa scelta sociale veniva riconosciuta per necessità familiari se, ad esempio, vi era la morte dell’unica figura maschile all’interno del nucleo familiare, non vi erano figli maschi in famiglia o se la donna rifiutava di sposarsi.

Oggi diventare una burnesha è una scelta dettata anche dalla propria volontà di non fare figli e di non sposarsi, sono donne che decidono di appartenere al sistema sociale come uomini, abbandonano la loro femminilità per ottenere libertà sociale e lavorativa oltre alla possibilità di poter fumare e assumere alcolici.

Se avete voglia di approfondire l’argomento e vivere questa ricorrenza in modo diverso, questa sera al Godot Art Bistrot in Via Giacomo Mazas 13 alle ore 20:00 verrà proiettato il documentario Io sono una burnesha e verrà presentato il libro Le vergini giurate in Albania di Eva De Prosperis. L’evento verrà moderato da Rosanna Sirignano.

Avellino: Renna Creative Agency incontra la creatività,
l’arte visiva e le scuole

Oggi presso la sede di Renna Creative Agency si è tenuta la presentazione dei laboratori inerenti le arti visive ed il cinema. L’agenzia nasce con la voglia di creare una comunicazione differente e ciò lo dimostra anche la scelta di aprire una realtà del genere ad Avellino e, probabilmente, ciò rappresenta anche una sfida. L’intento di Renna Creative Agency è quello di avvicinare i più piccoli alle forme d’espressione più complesse come il cinema, il teatro e la fotografia, attraverso laboratori che permettano a ciascun partecipante di acquisire gli strumenti utili per poter esprimere la propria creatività, intesa come forma d’arte e di espressione. Per i più grandi l’agenzia mette a disposizione le proprie competenze per poter assimilare tutti gli strumenti e le competenze volte alla comunicazione social e multimediale che sono veloci e in continua evoluzione.

Alla presentazione di oggi erano presenti: Enzo D’Aniello che curerà il laboratorio di recitazione con la supervisione di Alessandro Cannavale e Gianni Parisi, noto attore e tra i più noti protagonisti della scena teatrale partenopea.

Gianni Parisi

Gianni Parisi

Per Parisi il laboratorio teatrale che partirà prossimamente è un percorso coraggioso perchè viviamo in periodo in cui non stiamo dando più spazio alla bellezza e dunque all’arte, al teatro e alla poesia. Viviamo in un periodo grigio dove non c’è più voglia di stupirsi e d’interpretare il mondo attraverso la creatività. Il teatro, il cinema, la letteratura e la poesia permettono di conoscere il mondo allontanandosi dalla datità reale. Per l’attore, infatti, la realtà è qualcosa che appartiene ai giornalisti e non agli artisti. Coloro che s’interessano alla comunicazione artistica parlano attraverso la verosimiglianza.

Le attività che sono state presentate oggi sono rivolte ad un pubblico non solo giovane perchè l’idea è quella di dare più spazio al cinema e alla fotografia, cercando di far trascorrere meno tempo sui social che, soprattutto, per i ragazzi rappresentano una forma di assuefazione e un ostacolo alla vera comunicazione.

Il laboratorio di recitazione ha come scopo principale quello d’interpretare un’idea, quest’ultima deve prima nascere, deve far innamorare, deve prendere forma e quest’ultimo passaggio, rappresentato dalla regia e dalla messa in atto, è la conclusione vitale dell’idea. Al termine di questo laboratorio verrà realizzato un cortometraggio.

Paola Bruno

Paola Bruno

Il laboratorio di fotografia è curato da Paola Bruno, per lei la nostra prima macchina fotografica è rappresentata dai nostri occhi. Le foto non sono altro che la capacità di cogliere le emozioni e trasmetterle agli altri. L’elemento imprescindibile per poter iniziare a fotografare, secondo Paola, è quello di riuscire e saper osservare prima di scattare.

Il seminario di fotografia si concluderà con la realizzazione di una mostra fotografica. All’evento erano presenti gli studenti della Scuola Media Solimena e dell’Istituto Superiore Amatucci.

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