Fernando Alfonso Mangone

L’esposizione-evento The Dark Side of the River a Controne

L’esposizione-evento dal titolo The Dark Side of the River cattura l’essenza dell’album icona della band che ha rivoluzionato per sempre la musica internazionale. In programma il prossimo 15 luglio a Controne (aree interne, Salerno).

Il Maestro Mangone, rinomato artista e grande appassionato della musica rock dei Pink Floyd, presenterà una straordinaria esposizione delle sue opere psichedeliche e con colori fosforescenti per celebrare il cinquantesimo anniversario del celebre album “The Dark Side of the Moon“.

L’evento, intitolato “The Dark Side of the River”, avrà luogo sabato 15 luglio a Controne. Sarà un’occasione unica per gli appassionati dell’arte e della musica per immergersi nell’atmosfera magica e intrisa di psichedelìa che caratterizza sia l’album dei Pink Floyd che le opere del Maestro Fernando Mangone.

Le opere esposte durante l’evento saranno appositamente create per richiamare le emozioni ei temi evocati da “The Dark Side of the Moon”. Con colori vividi e fosforescenti, il Maestro Mangone trasporterà il pubblico in un viaggio visivo che riflette la potenza e l’originalità dell’album iconico dei Pink Floyd.

Dichiara il Maestro Mangone:

Il lavoro dei Pink Floyd, e in particolare di ‘The Dark Side of the Moon’, ha avuto un impatto significativo sulla mia vita e sulla mia arte.

Attraverso le mie opere, voglio rendere omaggio alla loro musica senza tempo e alla loro capacità di toccare le corde più profonde della nostra anima. Invito tutti gli amanti della musica e dell’arte a unirsi a noi in questa celebrazione unica.

«Nella mia vita ho visto diversi concerti dei Pink Floyd, ma quello che resta per me il più bello ed eterno è stato quello nella città più romantica del mondo, che ogni anno attira folle di visitatori a Venezia. Una data simbolo, il 15 Luglio 1989, Venezia venne presa letteralmente d’assalto. Quello dei Pink Floyd a Venezia è stato per molti il concerto del secolo. Un palco alto 25 metri allestito su una piattaforma galleggiante lunga 90 metri ormeggiata di fronte a Piazza San Marco, per uno show trasmesso in oltre venti Paesi per più di cento milioni di telespettatori – continua Mangone –  Un mega concerto gratuito che richiamò nella laguna veneziana circa 250 mila persone (oltre i soliti turisti). Di fronte al palco sull’acqua si ormeggiarono centinaia di gondole, gozzi, motoscafi e barche. Durante il concerto i laser illuminarono la laguna e la piazza regalando un colpo d’occhio sensazionale».

Il Maestro Mangone ha dedicato anni alla sua passione per l’arte e la musica rock, in particolare per i Pink Floyd. Con la sua abilità nel creare opere che comunicano attraverso i colori e le forme, il Maestro Mangone è riuscito a catturare l’essenza di “The Dark Side of the Moon e a trasmetterla al pubblico in modo unico.

«Questo evento è il mio tributo personale a un album che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica e ad una band che ha innovato e cambiato per sempre la musica internazionale», afferma il Maestro Mangone. «Attraverso le mie opere, desidero onorare l’incredibile creatività dei Pink Floyd e condividere la mia passione per la loro musica con il mondo».

The Dark Side of the River rappresenta un’opportunità straordinaria per gli amanti dell’arte e della musica di vivere un’esperienza unica e coinvolgente. I visitatori avranno la possibilità di immergersi nelle opere del Maestro Mangone, ascoltando la musica dei Pink Floyd in sottofondo e lasciandosi trasportare dalla magia dell’arte psichedelica.

Il pittore delle aree interne Fernando Alfonso Mangone racconta il cambiamento climatico

Un artista visionario, le cui opere sono un’emozione continua di vibrazioni di luci e di colori. Fernando Mangone, in arte Alfonso, nasce nel 1958 ad Altavilla Silentina, un paese da lui definito “dionisiaco”, tra forti odori, grida gioiose di bambini e animali che convivevano con gli uomini. Stregato dalla musica Rock e dai caldi colori dei pittori fiamminghi che ama studiare, intraprende da bambino, cinquant’anni or sono, il suo percorso di artista e da Napoli a Firenze, fino all’Olanda, acquista fama anche lavorando con grandi marchi.

Si autoproclama “un randagio”, ribelle a qualsiasi tentativo di imbrigliarne la creatività, seppur animato da una delicatezza nell’approccio col prossimo che lo ha reso amico sincero con mezzo mondo.

Afferma Fernando Alfonso Mangone:

Sono un disubbidiente, uno che stravolge le regole. Come si può insegnare l’arte, la follia?  Perché non servono le parole, perché la pittura stessa parla. È testimonianza.

I quattro elementi, l’acqua, la terra, il fuoco, l’aria vengono trasformati attraverso la passione che il Maestro Alfonso Mangone interpreta con i suoi colori psichedelici.

Un innamorato del Rinascimento che, ammirando i grandi del passato, trasfigura la loro lezione nel tripudio di colori che sono la gioia della vita, attraverso la sua esperienza sullo studio del mito e l’emozione del Rock. Le sue opere sono l’espressione di una persona semplice, umile, i colori solari e caldi trasmettono serenità.

L’arte, un messaggio all’umanità per narrare la bellezza del creato.

 Racconta così la sua arte, il pittore salernitano mentre apre ad un pubblico di esperti d’arte, curiosi e giornalisti, il suo museo privato sito nell’antica Tenuta Forcella a Buccino, dove ha realizzato in una performance live di vernice a colori fluorescenti e fosforescenti, a suon di musica disco, un murale dedicato ai cambiamenti climatici “Lo scioglimento dei ghiacciai e il triste destino dell’orso polare”.

La visita nella galleria d’arte allestita nel museo M.A.M. dal maestro Mangone, è un vero e proprio viaggio nella storia, nella musica, nello sport e nella cultura degli Stati di tutto il mondo, dove la pittura racconta storia e bellezza.

Fernando Alfonso Mangone

Fernando Alfonso Mangone

I suoi dipinti seguono la narrazione dei luoghi dove è stato e dove ha vissuto da nomade: Berlino, Rotterdam, Parigi, Londra, Amsterdam. E ancora Venezia, Milano, Roma, per poi tornare a casa, ad Altavilla Silentino, nel Parco del Cilento.

Mito e futurismo si incrociano. David Bowie dialoga con Michelangelo, mentre il Sommo Poeta Dante rivive in versioni molto più simili alla pop art. Gli archetipi del racconto mitologico, i grandi ritrovamenti dell’antica Volcei, il Tuffatore di Paestum che si trasforma in una “Tuffatrice”, i grandi incendi dei boschi che distruggono al vita, i miti della contemporaneità come Diego Armando Maradona. E ancora Caravaggio, Giotto, Leonardo, Andy Wharol, Masaccio in una celebrazione espressionistica astratta, in cui contemporary art, urban e street style si contaminano. A dominare lo sguardo, sempre, è il colore, che avvolge e trasuda dalle pareti del M.A.M.

Conclude Fernando Alfonso Mangone:

Tutto è arte. Anche lo spettatore diventa arte, fulcro della prospettiva. “Perché un museo tra gli Alburni? Perchè ho vissuto alla grande La vita è piena di energia, è rock emozionale. Ora voglio mettere a sistema questa vita sregolata e farla diventare visiva, oltre la follia. È la mia grande scommessa rock’n’roll. 

Bellezza. Dobbiamo creare bellezza, positività, andare avanti. Il passato è passato. Io vado avanti.

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