Franco Fiordellisi

Asl di Avellino inadempiente, troppe lacune nella campagna vaccinale e nel tracciamento dei positivi

La denuncia è del segretario generale della Cgil irpina Franco Fiordellisi:

L’Asl  di Avellino non è trasparente. L’ente di via Degli Imbimbo non effettua come dovrebbe il monitoraggio di positivi, pecca in coordinamento e non effettua i dovuti controlli, che di fatto è del tutto saltato. Comportando costi e spostamenti per fare dei tamponi inaccettabili per un paese civile e “avanzato”.

Altri preoccupanti problemi hanno a che fare con la campagna vaccinale:

La campagna vaccinale procede con lentezza soprattutto per quanto riguarda i bambini e la somministrazioni della terza dose. Recarsi al centro vaccinale è diventata una lotteria: il sistema di prenotazione a numero chiuso è una corsa con troppi ostacoli che non tutti possono sostenere, soprattutto anziani e famiglie che non hanno strumenti informatici adeguati o poca conoscenza di quelli in uso.

Disagi nell’assistenza territoriale e ambulatoriale:

L’emergenza pandemica ha amplificato i problemi atavici dell’assistenza territoriale. Le visite specialistiche, le cure domiciliari sono quasi scomparse e molti malati cronici sono stati abbandonati al proprio destino. Altre difficoltà nella medicina ambulatoriale che ha subito l’ennesimo stop.

La dirigenza dell’Asl di Avellino e la Politica regionale devono dare risposte immediate alla richiesta di “salute” e “cura” dei cittadini. Siamo sommersi dalla rabbia e dalle preoccupazioni dei cittadini, abbiamo la necessità di compulsare le istituzioni sanitarie e politiche a dare risposte.

Il comitato dei sindaci dell’Asl che è scomparso e non riesce a far suo il documento “Produrre salute” di Cgil Cisl Uil deve convocare al più presto le parti sociali, le associazioni dei medici e infermieri per agire insieme e tentare di dare una prospettiva praticabile per il bene di tutti. La situazione sia degli operatori sanitari sia dei cittadini  che necessitano di cure non è assolutamente sostenibile in questo modo! Serve personale e di questo Stato, Regione e Asl devono farsene una ragione. Per il bene di tutti.

Cgil: lettera aperta del segretario generale Franco Fiordellisi

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, scrive una lettera aperta per delucidare il suo stato d’animo riguardo l’episodio di ieri e dell’attacco alla sede centrale a Roma, un atto antidemocratico, che conferma un grande regresso mentale, sociale e culturale.

Riportiamo il testo integrale perché è d’obbligo, soprattutto, per riflettere sulle derive prese.

Da tempo come Cgil abbiamo lanciato l’allarme per i ripetuti attacchi alla democrazia. Da svariati mesi, forse anni, stiamo subendo violenza sia verbale sia fisica. Ma quello che avviene contro la Cgil è un’azione contro tutte le democrazie, contro la partecipazione.

Noi agiamo, da sempre, nel solco della costituzione antifascista. E ieri con l’attacco portato avanti da frange fasciste e da formazioni fasciste come Forza Nuova e Casa Pound è stato superato il limite. Abbiamo il timore, più che giustificato, che si torni indietro nel tempo di 100 anni. Il timore che il fascismo in Italia non sia stato mai del tutto estirpato con l’azione di ieri ha dimostrato il volto e la cruda violenza contro uno dei simboli storici dell’antifascismo. Non c’è stata una vera catarsi di quello che è stata la dittatura nel ventennio fascista in Italia: non è accettabile che ci siano ancora oggi persone che possano dirsi fasciste e professarlo.

Deve essere chiaro a tutte e tutti che il fascismo è stato una dittatura: un ventennio terribile, drammatico per l’Italia che ci ha portato in guerra. Una dittatura che ha emanato le leggi razziali e ammazzato tante persone. Alla cui origine ci furono proprio gli assalti sistematici delle sedi sindacali. Ora come allora non possiamo permettere – e non lo permetteremo – che ci possa essere una nuova deriva autoritaria e violenta. Per questo andiamo avanti ed è stata indetta una manifestazione unitaria per sabato prossimo, 16 ottobre, cui sono invitate tutte le forze democratiche. È ancora più importante oggi riaffermare la democrazia e la partecipazione del mondo del lavoro, considerando anche le risorse che il governo nazionale ha dal PNRR, per ricostruire, tutti insieme, il bene comune, per le donne, le giovani generazioni dell’Italia del futuro. 

Per questo il fascismo deve essere definitivamente cancellato dal lessico e dalle azioni: in Italia devono essere sciolte le formazioni e le associazioni che si richiamano al fascismo e alla sua ideologia come recita la Costituzione. Quindi dalla Costituzione dobbiamo ripartire per spendere le risorse attraverso la partecipazione democratica di uomini e donne, dei corpi intermedi dei sindacati, delle associazioni per ridisegnare i servizi pubblici come la sanità e la scuola e quindi la conoscenza. Avere un lavoro dignitoso per tutti: quello che la pandemia ci consegna dopo 18 mesi è il dramma della solitudine e della precarietà con l’accentuarsi delle disuguaglianze tra Nord e Sud del paese e tra le aree interne e le aree costiere. Ma ancora di più tra chi tanto ha e chi nulla ha.

Dopo i tremendi fatti di ieri, hanno espresso solidarietà e ringrazio: Anpi provinciale, Cisl IrpiniaSannio, Uil Avellino-Benevento, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Avellino Prende Parte (App), Controvento, Acli, Arci Avionica e Confcooperative, oltre a tantissimi cittadini.

Infine non posso non ricordare la Marcia della Pace da Perugia ad Assisi che si è tenuta ieri e che assume, dunque, un valore ancora più pregnante. Ribadiamo ancora volta: bisogna estirpare, cancellandole, tutte queste formazioni fasciste che nulla hanno a che vedere con la Costituzione Italiana. Allora per un’Europa sociale e democratica sabato prossimo in piazza contro tutti i fascismi.

Franco Fiordellisi: uscire dalla crisi con investimenti in servizi materiali e immateriali

L’emergenza Covid-19 rende sempre più urgente provvedimenti per risanare ciò che si è abissato ulteriormente con questo stallo. Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, consiglia di fare investimenti in servizi materiali e immateriali.

La crisi che stiamo vivendo, a suo avviso, non va sprecata.

È necessaria un’azione decisa per ottenere investimenti in servizi materiali e immateriali. È possibile e bisogna fare presto.

Le sue parole sono dettate dai dati che da dicembre 2019 dimostrano una perdita, in Italia, pari a 444mila occupati che ha generato un’impennata di inattivi.

Ecco le parole del segretario generale della Cgil di Avellino:

Quelli che oggi sono inattivi a livello lavorativo sono scoraggiati dalla difficile ricerca di un lavoro. La pandemia ha colpito con forza maggiore tutte le fasce più deboli della società. I giovani e le donne  sono sempre le due categorie di popolazione che continuano a subire, più delle altre, le varie crisi.

L’Irpinia in questa analisi dell’Istat a livello nazionale ha i seguenti numeri: con i suoi circa 416.000 residenti, 69.000 giovani tra 0 e 18 anni; 151.000 attivi di cui 33.000 autonomi/indipendenti; su 319000 potenziali attivi; disoccupati 47.000; 82.000 pensionati; di cui 12.500 over 75; reddito pro capite 15.733/00 euro; occupazione femminile al 29% e maschile al 52,5%.

I disoccupati sono poco meno di 20.000, che non trovano lavoro e non hanno in essere azioni di formazione o di ricerca attiva.

Cgil Avellino

Franco Fiordellisi: dichiarazioni

La crisi di governo deve essere risolta al più presto, per dare risposte chiare sulla pandemia, vaccini, tracciamento. C’è anche bisogno di tempo che serve per i Piani di recupero e resilienza per cui diventa sempre più complicato cercare di trovare delle soluzioni per cercare di recuperare il tempo perso in questi mesi trascorsi.

Continua con queste parole di Franco Fiordellisi:

Le nostre proposte mirano ad avviare azioni per un lavoro dignitoso, perché affrontare il tema del lavoro, insieme ai servizi pubblici, chiudendo i cantieri per le infrastrutture avviati da anni, è fondamentale per rilanciare gli investimenti pubblici e privati, anche nella ricerca per prodotti manufattoriero, tendenti all’impatto climatico zero. Definire una forte rete di azioni sulle politiche attive a partire dalla formazione continua, all’individuazione delle nuove competenze su digitale e automazione. Con questo sistema possiamo ridurre il divario occupazionale di genere e di età.

I fondi destinati all’Italia con programmi Sure, Next Generation Ue e risorse nazionali, sono un’enorme mole di risorse da non disperdere in tanti piccoli progetti, ma in progetti di prospettiva, con obiettivi definiti e specifici per la ripresa.

Non ci resta che attendere le prossime decisioni che verranno fatte per risollevare le sorti del nostro territorio e dell’Italia intera.

Irpinia: il settore dell’artigianato è in crisi 1000 aziende coinvolte, le parole di Franco Fiordellisi

Carmine De Maio e Franco Fiordellisi, segretari generali di Filctem Cgil e Cgil, presentano la situazione drammatica che stanno vivendo 1000 aziende irpine legate al settore dell’artigianato.

Da mesi, i lavoratori del comparto artigianale sono in attesa dell’assegno integrazione salariale dell’ente bilaterale FSBA.

FSBA (Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato)  è una componente fondamentale del nuovo welfare che è stato istituito dalle Parti Sociali Nazionali per intervenire a favore dei dipendenti delle imprese artigiane iscritte a EBNA/FSBA.

il settore dell'artigianato è in crisi

il settore dell’artigianato è in crisi

Il settore dell’artigianato irpino è in crisi: le parole di Carmine De Maio e Franco Fiordellisi

I segretari generali di Filctem Cgil e Cgil spiegano con queste parole ciò che sta accadendo a 1000 aziende irpine:

In Irpinia sono coinvolte oltre 1000 aziende, con più di 3000 lavoratrici e lavoratori, in molti casi Maestri di Mestiere, in queste aree la figura dell’Artigianato è centrale sia nella cultura, essendo espressione sociale ed economica vera dei territori, come per l’Italia.

Le lavoratrici ed i lavoratori sono i custodi di saperi e di antiche tecniche, competenze, tramandate da generazioni e meritano, soprattutto in questo momento così difficile e complicato, la massima attenzione e rispetto perché tutelando i lavoratori dell’artigianato stiamo tutelando il cuore stesso miglior made in Italy.

Non è quindi accettabile né sopportabile che le lavoratrici ed i lavoratori non ricevono l’assegno dell’ammortizzatore sociale previsto dal fondo bilaterale Artigiano da 5 lunghi mesi, precisamente dal mese di giugno 2020. La situazione già grave in sé non può essere aggravata da ritardi burocratici incomprensibili che lasciano senza reddito migliaia di lavoratrici e lavoratori unitamente alle loro famiglie, aggravando già il disastroso impatto sociale sull’Irpinia.

Da mesi i sindacati vengono contattati dai lavoratori per poter ricevere informazioni su pagamenti e tempistiche relative e dalle parole ascoltate si evince la frustrazione e la fragilità per non riuscire a sostenere i bisogni delle famiglie perché ad oggi sono in molti coloro che devono ancora ricevere ammortizzatori dall’Inps risalenti al mese di ottobre.

Il paradosso come spiegano Carmine De Maio e Franco Fiordellisi:

Le risorse per la copertura economica fin al mese di settembre 2020 sono già state stanziate, ma per le lungaggini burocratiche assurde, non arrivano all’ente bilaterale FSBA in modo da procedere all’erogazione delle prestazioni spettanti ai lavoratori.

Processo Clan Partenio 2.0: Franco Fiordellisi contro i sindaci di Avellino e Mercogliano

Clan Partenio 2.0 giunge ad arresti e sequestri di beni del valore di 4 milioni di euro. Sono state eseguite 14 misure cautelari fra Avellino, Napoli e Roma.

Questa mattina sono state arrestate 14 persone ad Avellino ritenute vicine al Nuovo Clan Partenio che agiva tra il capoluogo irpino e l’hinterland. Erano avvenuti in precedenza già 22 arresti. La nuova operazione che si è svolta stamattina è stata ribattezzata Aste ok.

Nuovo Clan Partenio 2.0: gli arresti

Franco Fiordellisi si scaglia contro i sindaci di Avellino e di Mercogliano

Arresti Nuovo Clan Partenio: i nomi

  • Livia Forte, 59 anni di Avellino
  • Modestino Forte 54 anni di Avellino
  • Armando Pompeo Aprile 61 anni di Avellino
  • Beniamino Pagano 40 anni di Mercogliano
  • Damiano Genovese che era già ai domiciliari 37 anni di Avellino
  • Carlo Dello Russo 43 anni di Mercogliano ma già si trovava in carcere
  • Nicola Galdieri 45 anni di Mercogliano ma già si trovava in carcere
  • Pasquale Galdieri di 46 anni di Mercogliano che già si trovava in carcere

Ai domiciliari

  • Antonio Ciccone 43 anni di Avellino
  • Antonio Barone 44 anni di Avellino
  • Gianluca Formisano 36 anni di Serino
  • Emanuele Barbati 43 anni di Manocalzati
  • Manlio Di Benetto 41 anni di Atripalda
  • Mario Gisolfi 61 anni di Montoro

Società sequestrate

  • Lara Immobiliare S.r.l con sede a Roma
  • Punto Finance S.r.l. con sede a Roma
  • Rinascimento Italiano S.r.l con sede ad Anzio
  • Arca di Noè con sede a Serino
  • Nuvola S.r.l. con sede ad Avellino

Il patrimonio sequestrato ammonta a 59 fabbricati e 26 terreni ai quali si aggiungono un milione e mezzo di euro compreso di conti personali e altri beni. In corso vi è un sequestro preventivo che riguarderebbe altre 5 società.

Nelle carte si fa riferimento alle elezioni del Consiglio Comunale di Avellino relativo a giugno 2018 per l’accusa Damiano Genovese sarebbe stato eletto consigliere comunale grazie anche a persone vicine al Nuovo Clan Partenio in cambio della riassegnazione di un centro sportivo sito ad Avellino.

Le persone che stamattina sono state arrestate saranno interrogate dal GIP e avranno la possibilità di chiarire la loro posizione.

Nuovo clan Partenio: Franco Fiordellisi accusa i sindaci di Avellino e di Mercogliano

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino si esprime con queste parole sul Nuovo Clan Partenio:

Come se la cosa non fosse un problema delle amministrazioni e quindi della società, nelle strutture burocratiche di talune amministrazioni pubbliche e private e quindi anche nelle viscere di due importanti città, i sindaci di Avellino e Mercogliano scelgono di non intervenire. Per cui anziché agire, a supporto dei giudici, così da aiutare nell’intervento di estirpazione del tumore camorristico malavitoso, chi guida questi importanti enti si gira dall’altra parte.

La mancata costituzione di parte civile, ad oggi, nel processo del Clan Partenio 2.0 è una grave mancanza da parte dei sindaci e delle giunte di Avellino e Mercogliano. Non si può scherzare e non si può immaginare di mettersi alla guida della Provincia intera quando in casa propria non si decide di pulire fino in fondo il marcio.

Politica in Irpinia: per Franco Fiordellisi tante parole sparse da parte dei politicanti e pochi fatti

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil Irpina, delinea un quadro politico irpino dai tratti cupi. Quello a cui stiamo assistendo, propagande politiche a parte accompagnate da vagonate di parole vuote e vane, non fanno altro che attestare una politica territoriale che manca di fatti e di politica basata sul fare.

L’emblema di questa constazione è ciò che è accaduto a Novolegno che ha dismesso l’attività, licenziando più di 100 lavoratori.

Le parole del segretario dell Cgil non lasciano spazio a fraintendimenti:

Novolegno, del gruppo Fantoni, ha deciso di fare ingenti investimenti nella produzione di uguali manufatti a Udine Osoppo.

Quest’azione potrebbe essere inserita tra le tantissime ingiustizie perpetrate a danno della nostra terra ma anche verso lo Stato, se non fosse che tanta colpa è tutta della deputazione nazionale unitamente ai livelli regionali, per le mancate azioni e risposte ai lavoratori e ai sindacati che proponevano di avviare un polo di riuso e riclo del legno, adeguando impianti e macchinari per non creare problemi all’ambiente e alle comunità locali, le quali hanno negli anni avuto problemi con gli scarichi in atmosfera e continuano a tenerne per gli scarichi di acque non depurate.

A completare questo corollario vi è anche la dismissione della Iavarone Legnami a Calitri e la forte crisi che sta affrontando HolzBau Sud sita sempre a Calitri. Le aziende sopracitate, per mancanza di investimenti in impianti e macchinari, hanno dovuto arrendersi e gettare la spugna.

Segretario Generale Cgil Irpina

Franco Fiordellisi

I sindacati, come sottolinea Franco Fiordellisi, sono messi alla gogna dai rappresentati istituzionali di vari livelli che non fa altro che perpetrare a livello dialettico il solito scarica barile per cui sembra difficile trovare una soluzione del problema che finisce inevitabilmente accartocciandosi su se stessa.

Franco Fiordellisi conclude con questa affermazione:

Ci assumiamo il peso della responsabilità e rilanciamo sul progetto eco sostenibile di riuso e riciclo del legno in sicurezza per i lavoratori e l’ambiente.

Vogliamo portarlo avanti e lo riproporremo al Governo nell’idea del Contratto istituzionale di sviluppo.

Per Franco Fiordellisi e Carmine De Maio l’Irpinia è una provincia politicamente devastata

Con l’inizio della campagna elettorale, in vista delle Regionali, si evidenzia secondo Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil, e Carmine De Maio, segretario generale Fictem Cgil, si evidenzia la drammaticità della grande crisi presente in Irpinia da un punto di vista sociale ed economico.

I due sindacalisti commentano così la situazione:

La nostra è una Provincia devastata sia sul piano sociale che su quello economico: negli ultimi tre anni c’è stato un vero e proprio tracollo con centinaia e centinaia di posti di lavoro andati in fumo, tante aziende in grande difficoltà anche per l’assenza dei servizi infrastrutturali delle zone industriali.

Per quanto riguarda il piano sociale e quello che riguarda la qualità della vita si è registrato un peggioramento nei servizi (trasporti, infrastrutture, ambiente e sanità). Questo che abbiamo davanti è uno scenario che spiega il fenomeno dello spopolamento che conta circa 2mila persone all’anno che decidono di lasciare l’Irpinia. Di queste persone la maggior parte sono giovani che decidono di andare via nel tentativo di poter avere una prospettiva migliore di vita rispetto a quella che offre l’Irpinia.

Oltre il fenomeno dello spopolamento Franco Fiordellisi e Carmine De Maio sottolineano un calo delle nascite annuo pari 1500 e ciò denota lo stato attuale di una crisi da un punto di vista economico, sociale e politico.

Il tasso di irregolarità delle aziende cresce, assistiamo ad una desertificazione industriale che si traduce in un rasso di disoccupazione giovanile pari al 55%.

Cgil Avellino

Cgil Avellino

I due sindacalisti sottolineano il completo silenzio relativo a questi dati e problematiche da parte dei politici locali.

La nostra non è una presa di posizione ma un’amara constatazione di chi, giorno dopo giorno, percorrendo le sconnesse strade dell’Irpinia, vive quotidianamente i drammi di questa provincia.

Alcuni esempi che rappresentano il simbolo di questa grave crisi sono rappresentati da Novolegno che ha licenziato 117 lavoratori, FIB Sud che ha indotto in un limbo burocratico 20 lavorotari, Whirlpool che a messo a rischio licenziamento circa 200 lavoratori. L’indifferenza per le sorti di questa terra proviene da quei luoghi che dovrebbero rappresentare lo Stato come ad esempio il Tribunale di Avellino, in particolare la sezione fallimentare, che gestisce tutti gli immobili industriali sottoposti a concordato o a fallimento.

Questi luoghi molto spesso, a detta dei sindacalisti, procedono senza tener conto delle esigenze dei lavoratori e di chi li rappresenta. Molto spesso, infatti, vengono ignorate le proposte per un piano di recupero delle maestranze perché la loro missione è quella di far deperire gli immobili per decenni e rivenderli, al 30%/40% del loro valore, a chiunque si presenti esclusivamente provvisto di moneta contante.

L’esempio di ciò viene confermato da quello che è successo a Solofra dove il tribunale ha accolto un’offerta fatta a titolo personale presentata da due giovani imprenditori che non erano né investitori né imprenditori. I fondi per giunta non si sa da dove provenissero.

Franco Fiordellisi e Carmine De Maio sottolineano le classiche dinamiche cui siamo costretti ad assistere durante il periodo delle campagne elettorali in cui improvvisamente i candidati si svegliano dal letargo e chiedono confronti con i sindacati, avallando proposte.

I sindacalisti ribadiscono di essere aperti al dialogo 365 giorni all’anno a prescindere dai soli 30 giorni di propaganda politica perché per risollevare le sorti dell’Irpinia c’è bisogno di impegni concreti, di politica di strada quella si prende carico della fatica del vivere quotidiano a differenza di quella fatta attraverso slogan e retorica inutili.

CGIL, IrpiniaSannio e UIL firmano un patto provinciale

A causa della crisi sanitaria che ha coinvolto l’intero globo aumenta il rischio delle aree interne del Mezzogiorno.

Da sempre le nostre zone hanno problemi inerenti la composizione demografica, la difficoltà di trovare occupazioni lavorative, livello e qualità della spesa pubblica, redditi molto bassi, prestazioni basse e servizi di pubblica utilità insufficienti che, oggi, si sommano alle nuove emergenze causate dalla pandemia.

C’è dunque bisogno di riorganizzare gli spazi pubblici, urbani, i servizi, cercando di tamponare ricadute socio-economiche. È importante garantire a cittadini, lavoratori e imprenditori la salute su tutto il territorio.

L’impegno per un nuovo sviluppo deve essere corale, avviato in tempistiche veloci e realizzato attraverso la condivisione. C’è bisogno di un progetto che ridefinisca gli spazi urbani, rilanciando spazi pubblici con presenza di lavamani in bagni pubblici e riattivare questi servizi, presenti in molte zone rurali e tenuti chiusi da tempo immemore. C’è bisogno di rilanciare l’edilizia con prodotti nuovi ecosostenibili con azioni di tecnologia generalizzata.

C’è bisogno di investire nella formazione, negli orari flessibili e incentivare lo smart working in modo efficace e non come quello che abbiamo visto che si è dimostrato poco efficiente e con un personale che non era preparato a lavorare con questa modalità nuova e poco consueta.

Abbassare la pressione fiscale è una giusta azione ma deve essere un intervento strutturale e non transitorio con un assetto definitivo per evitare differenze territoriali.

Per creare prospettive di sviluppo che siano credibili nelle aree arretrate è necessario che il sistema economico crei in numero adeguato opportunità lavorative di qualità. Bisogna creare posti di lavoro che corrispondono alle ambizioni e qualifiche dei giovani e delle donne più competenti, motivati e intraprendenti.

La qualità del lavoro deve essere adeguata alla retribuzione dell’incarico, con prospettive e stabilità di carriera. Un contesto lavorativo adeguato deve essere composto da: trasparenza, dignità e legalità.

I sindacati scendono in campo a sostegno delle istituzioni

I sindacati scendono in campo a sostegno delle istituzioni

Franco Fiordellisi, Doriana Buonavita e Luigi Simeonespiegano la scelta del loro patto affermando:

Ci è stato chiesto più volte nei confronti con la Prefettura, in questi due mesi la nostra collaborazione, per la fase di riavvio e abbiamo inteso sintentizzare le nostre posizioni con un documento.

Come Organizzazioni Sindacali del Sud e delle Aree Interne, affrontiamo da sempre, vecchie e nuove emergenze imbrigliate da una indifferenza istituzionale cronica, per cui chiediamo sia garantita la continuità e il rilancio di azioni concrete per il Sud e per le Aree Interne, anche in relazione ad una richiesta fatta al Presidente del Consiglio Conte e di altri attori sociali.

Chiediamo in forza della incotrovertibile situazione sociale e di sviluppo già critica prima della crisi Covid-19 di avviare, a tutti i livelli, un’adeguata azione programmatoria e contrattata, per affermare la presenza fattiva dello Stato in ogni sua declinazione, per determinare condizioni operative utili a definire fattori di sviluppo Eco Sostenibile e potenzialmente garantire il rilancio anche della domanda interna proprio partendo dal Sud.

Franco Fiordellisi denuncia la poca trasparenza per quanto concerne le pratiche per la distribuzione dei bonus

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, dopo aver denunciato le aziende irpine che non lavorano in sicurezza, comunica che ci sono metodi poco trasparenti e clientelari per quanto riguarda la distribuzione dei bonus.

La situazione che riguarda la poca trasparenza ovviamente non riguarda tutti ma c’è sempre qualcuno che non si attiene alla regolarità e cerca di far prevaricare i propri interessi ai danni della collettività.

Emergenza coronavirus: le pratiche per la distribuzione dei bonus continuano a essere poco trasparenti

Emergenza coronavirus: le pratiche per la distribuzione dei bonus continuano a essere poco trasparenti

Le parole di Franco Fiordellisi sono dure e dovrebbero far riflettere un pò tutti:

Eppure la tragica esperienza del sisma del 1980, avrebbe dovuto creare degli anticorpi necessari per avviare in questa fase una sana partecipazione civica e civile di solidarietà. Ma così, evidentemente, non è stato. Anzi sembra essersi perfezionato il meccanismo di gestione opaca nelle Amministrazioni locali anche a fronte delle riforme che hanno dato in mano alla Giunta e Sindaci poteri quasi podestà e con un associazionismo che spesso vive di contiguità con il potere amministrativo.

Certo non dapperttutto è così, ci sono situazioni virtuose e buone pratiche che, queste sì, andrebbero difese. Ma non possiamo sottacere tutti quei casi che sono stati segnalati e che fanno male in questo momento di tragedia. Fa male apprendere di miserie clientelari.

La maggioranza di amministratori e cittadini non possono essere mortificati da chi mette in atto queste pratiche vergognose.

Per tutti gli amministratori e i cittadini onesti, per le associazioni che davvero si impegnano ad aiutare i meno abbienti, la Cgil si riserva di produrre denuncia penale, quando le informazioni avute saranno strutturate con l’ausilio di legali, questo sistema clientelare vergognoso deve finire, tutti dobbiamo operare in trasparenza. Perché ogni Comune tra i proprio obiettivi ha quello di favorire e promuovere lo sviluppo sociale, con uno sviluppo economico lineare e trasparente; di diffondere buone pratiche nella cultura della legalità; di garantire il funzionamento della Pubblica Amministrazione da meccanismi di corruzione; di evitare il diffondersi dell’usura e di fenomeni mafiosi nella Comunità ed Enti Locali.

Emergenza Covid-19: ecco le aziende irpine che non lavorano in sicurezza

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil, comunica che nonostante sia passato un mese e mezzo dalla dichiarazione di stato emergenza per la pandemia legata al Covid-19, continuano ad arrivare segnalazioni che riguardano gravi criticità da parte di svariati “imprenditori” della nostra Provincia: CoFren (Avellino), Aurubis (Avellino), Ims (Morra de Sanctis mai fatto ciclo continuo), Lmp (Avellino), Vitillo Group (Ariano Irpino e Lacedonia), Targetti (Nusco), Irpinia Zinco (Lacedonia). E ancora: Lfi (Vallata e Lacedonia), Hpd (Lacedonia), Redam (Lacedonia) e PoEma.

Irregolarità di alcune aziende irpine nonostante lo stato dichiarato di pandemia

Irregolarità di alcune aziende irpine nonostante lo stato dichiarato di pandemia

Franco Fiordellisi afferma:

Denunciamo, in particolare, la mancanza di sicurezza per lavoratori e lavoratrici, la mancata costituzione in ogni azienda del Comitato per le Regole di Sicurezza che veda la partecipazione pro-attiva del sindacato e dei delegati aziendali. In molte realtà la distanza di sicurezza non è rispettata, così come la pulizia sistemica degli strumenti o luoghi di lavoro usati da più lavoratori, così come i prodotti di protezione individuale (mascherine, guanti, occhiali, tute, camici, etc conformi alle norme) non sono verificati o disponibili.

Le sollecitazioni a confrontarsi fatti dalla scrivente O.S., prima di adire ad azioni sindacali o denunce, anche penali, sono dettate dalla convinzione che nel confronto, vero e preventivo, si possa far capire che il contrasto alla diffusione del virus è fondamentale, che quindi la rimodulazione dei livelli produttivi, con la parziale o totale sospensione delle attività non indispensabili è possibile solo con il coinvolgimento delle Oo.SS e dei delegati/lavoratori perché le aziende le vivono, ed in esse rischiano se non ci sono tutte le condizioni di sicurezza, rischiano i lavoratori ma anche la collettività, e questo è inaccettabile.

La regola per tutte le aziende che intendono produrre o che stanno producendo difformemente da quanto previsto dalle regole di buon senso e di sicurezza per tutti. In considerazione di ciò sarebbe opportuno predisporre le verifiche necessarie, e se del caso, in accordo con i Sindaci e la Protezione Civile prevedere la sospensione temporanea delle produzioni per le aziende inadempienti del Protocollo di Sicurezza.

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