Hermann Hesse

Hermann Hesse ucciso dall’amore social

Quando l’amore morde e fuggi dilaga a tempo di click, Hermann Hesse muore una seconda volta e piange per la sua poesia Tienimi per mano.

Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne
e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto…
Tienimi per mano… portami dove il tempo non esiste…
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano…
nei giorni in cui mi sento disorientata…
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate…
Tienimi la mano, e stringila forte prima che l’insolente fato possa portarmi via da te…
Tienimi per mano e non lasciarmi andare… mai…

Per innamorarsi c’è bisogno di due persone reali e di un mondo reale.

L’amore è un sentimento individuale, personale e intimo che nasce silenziosamente nell’anima: si sceglie una persona tra centomila, milioni di altre persone e non ci si spiega razionalmente il come o il perché; accade e basta. L’amore quando decide di fare capolino nelle nostre esistenze riesce ad oltrepassare tutte le nostre difese e i nostri pregiudizi, per inebriarci del suo calore e farci camminare nella paura che possa svanire (ciò accade finché il sentimento non evapora per altre ragioni).

Per innamorarsi c’è bisogno dell’odore della pelle, dello sguardo, della gestualità, del linguaggio non verbale perché in caso contrario non è possibile parlare d’amore ma d’idealizzazione.

Ci si può innamorare restando nella comfort zone dei social e parlare d’amore?

Internet è un modo per avere una piazza più fornita e scegliere tra un’umanità più ampia, tutto qui. Ad esempio due persone che si conoscono in rete, possono ascoltare le loro voci, scambiare i propri pensieri, le proprie idee. Ma finisce qui perché gran parte dell’altro resta completamente ignoto.

Ciò di cui parliamo è più la rappresentazione del vuoto umano, che rimbomba sui social.

L’amicizia su Facebook ha soppiantato con la banalità nelle menti più deboli (spesso la maggioranza) ciò che Hermann Hesse ci ha insegnato con la lettura dei suoi libri su uno dei sentimenti più potenti e puri dell’essere umano.

L’amore annunciato via Instagram muore su Twitter, dopo poche settimane, non è altro che un cadavere, la consunzione, lo svuotamento di un concetto che dovrebbe renderci immortali.

Secondo alcuni dati del Washington Post un terzo delle coppie sposate tra il 2005 e il 2012 ha iniziato la sua relazione online. Che si disperino dunque i romantici nostalgici e irriducibili, se esistono ancora, ma a quanto pare tira più un aggiornamento di stato ammiccante su Facebook che un approccio casuale e imprevisto nella vita reale.

Perché accade questo?

Basta illusioni. È già difficile relazionarci, conoscere ed entrare in empatia con una persona, conoscendola dal vivo. Se non ci si conosce di persona è evidente che quella persona diventa solo uno specchio sul quale si proiettano i propri  desideri e in questo modo, paradossalmente, ci si può innamorare ancora di più perché questa persona sarà anche desiderabile ma non tenterà neppure di incontrarci perché, probabilmente, la sua proiezione sarà indirizzata verso un’altra persona.

Il problema non è tanto  quanto questa persona è o questa persona fa, il punto è che noi andremo  a distorcere sicuramente la realtà. Potranno verificarsi due situazioni: o si ha  la fortuna di fare un esame della realtà, per cui ci si defila con un bel  arrivederci e grazie, accorgendosi di aver preso una cantonata e questa  sarebbe la situazione migliore o si distorce a tal punto la realtà, come se si fosse in un’ipnosi, e pur di non negare le aspettative si costruisce una realtà differente, prendendo tante di quelle cantonate che non ce ne si rende conto.

Si entra in una situazione delirante, in cui le sofferenze sono quasi garantite. Poi certo ci può essere il caso di uno su un milione che ci può farci asserire di aver trovato davvero la persona giusta.

Non dico che non bisogna fare le conoscenze online, ben vengano ma devono poi tramutarsi in un qualcosa di reale e non dannoso per se stessi. Si può anche comunicare tutta una vita con una persona, solo online ma non va confuso con un innamoramento perché nel momento in cui diventa tale è soltanto un meccanismo proiettivo che non ha niente a che fare con l’amore.

Negli Stati Uniti c’è stato un vero e proprio boom in libreria per comprare L’amore ai tempi degli algoritmi di Dan Slater, che analizza i rapporti nati online e finiti direttamente tra le lenzuola.

L’istituto di ricerche TNS (Taylor Nelson Sofres) conferma che un italiano su quattro ha iniziato una relazione grazie al web e uno su due ha vissuto un hookup (ci becchiamo). Questo è il termine utilizzato negli USA per indicare gli appuntamenti fast, quelli della serie: ” ci conoasciamo all’happy hour, finiamo a letto e poi si vedrà.

Amore social: i contro

Amore sul web

Quelli di internet sono amori cerebrali poi ci si incontra ma perché non funzionano?

Non funzionano perchè sono stati costruiti e sono artefatti perché è più semplice dare un’immagine falsata quando viene meno il confronto quotidiano diretto, il face to face per intenderci.

Ci si sceglie per unirsi anche nelle differenze e quindi bisogna imparare non tanto a cercare i complimenti dell’altro che sono sempre una visione estranea della vita ma bisogna imparare a stare con noi stessi e vedere da noi stessi che cosa desideriamo per davvero, altrimenti siamo come delle farfalle in balia dei complimenti.

Così come un’ape  trova il polline a dieci chilometri di distanza e lo trova senza che  nessuno glielo insegni anche in noi c’è quel sapere innato che ci porta a incontrare l’amore giusto. Se siamo, invece, come una farfalla impazzita e accecata dai complimenti non soltanto non troveremo l’amore giusto ma rischieremo  di perdere quello che avevamo intorno o quello che possiamo trovare intorno a noi.

Ciò che è intorno a noi è lì per noi, per entrare nel nostro mondo. Quindi se pensiamo di fare un viaggio per incontrare il grande amore o viaggiare internet per incontrare il grande amore siamo  sulla strada sbagliata.

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