Reddito di cittadinanza, De Luca: «I 5 Stelle prendono in giro l’Italia»
Il governatore della Regione Campania, in un’intervista, spiega come il provvedimento voluto dai grillini penalizza le future generazioni.
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Il governatore della Regione Campania, in un’intervista, spiega come il provvedimento voluto dai grillini penalizza le future generazioni.
Il video dove il pugile di Contrada chiede alla compagna di trascorrere una vita insieme a lui.
Il pugile di Contrada viene sconfitto dal campione uscente Oscar Valdez, che dopo 7 riprese, si riprende l’alloro mondiale dei Pesi Piuma Wbo. La finale, avvenuta in Texas, ha tenuto l’Irpinia col fiato sospeso. Ecco gli highlights dell’incontro.
Il sottosegretario Carlo Sibilia rassicura gli operai dell’Isochimica sull’impegno del Governo, ma allo stesso tempo esorta i suoi compagni di viaggio a non fare promesse non realizzabili.
Stesso discorso vale per l’Industria Italiana Autobus, dove il Movimento conferma il proprio impegno.
Garanzie, poi, sulla Lioni-Grottaminarda. L’esecutivo Conte non farà passi indietro
Ultimo aspetto, infine, la questione amministrative. Il deputato pentastellato replica alle accuse lanciate da Luca Cipriano.
Anche quest’anno si rinnova la Juta a Montevergine, la tradizionale processione della Candelora suggestiva anche per la presenza dei femminielli che si ritrovano ogni anno di fronte al santuario, per onorare Mamma Schiavona che tutto perdona.
La festa della Candelora, una manifestazione che mescola in maniera perfetta il sacro al profano e che si rinnova ogni anno a Montevergine il 2 febbraio, coinvolge e attira però persone di tutte le età, estrazioni sociali e gusti sessuali.
Tale rito richiama da ogni angolo della Campania non solo i femminielli ma anche migliaia di fedeli e curiosi che a quaranta giorni dal Natale sfidano il freddo e la pioggia raggiungendo a piedi il santuario della Madonna Schiavona per chiedere la purificazione per sè e per i propri cari. All’aspetto religioso della festa della Candelora, così chiamata perché secondo l’usanza ebraica una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al tempio per purificarsi stringendo una candela tra le mani, si lega il rito pagano e folkloristico della “Juta dei femminielli” verso il santuario della Madonna Schiavona. Quindi, alle comitive di omo e transessuali, capitanati da Vladimir Luxuria che ieri ha ricevuto anche la cittadinanza onoraria di Ospedaletto per il suo impegno contro le discriminazioni sessuali, si mischiano ogni 2 febbraio sul sagrato del santuario anche molti fedeli legati al culto di Mamma Schiavona che ogni anno ritornano al santuario per intonare al ritmo della tarantella canti di ringraziamenti alla Madonna.
Abbiamo raccolto per voi proprio le testimonianze dei fedeli che questa mattina erano assiepati nella stazione della funicolare di Mercogliano.
Il senatore Ugo Grassi, in occasione di un convegno, tenutosi al Circolo della Stampa, in vista delle prossime europee, esorta il Movimento 5 Stelle a puntare su profili competenti. Per il rappresentante irpino a Palazzo Madama è indispensabile che i prossimi candidati locali al Parlamento Europeo conoscano almeno due lingue
Avellino ricorda Antonio Di Nunno. Generoso Picone, Gigi Marzullo e numerosi intellettuali, arrivati da ogni parte del Paese, si sono ritrovati all’ex Carcere Borbonico, per raccontare la vita di uno dei pochi profili esemplari ancora oggi per la capacità di unire il ruolo del politico a quello del giornalista.
Se resto è perché è il titolo del documentario partecipato, diretto da Umberto Rinaldi, che mostra senza preamboli chi ha scelto consapevolmente e per amore di vivere in Irpinia. Il corto è stato presentato durante il festival Corto e a capo, svoltosi a Venticano. A qualcuno sembrerà pura follia pensare di scegliere consapevolmente di restare in Irpinia, i protagonisti della pellicola, invece, attraverso le loro esperienze di vita riusciranno a far vedere l’altra faccia del nostro territorio.
Per molti l’Irpinia rappresenta il luogo d’origine in cui si ritorna per l’estate, per le vacanze e per salutare i propri cari perché in queste “lande sperdute” non c’è posto per poter lavorare. Questi luoghi vengono visti come terre desolate, in cui il tempo sembra essersi fermato.
Molti hanno abbracciato la frenesia del lavoro metropolitano, guardando questa terra e chi ha deciso di restarci con derisione. C’è qualcuno che ha speculato su questo aspetto, tanto da scriverci libri o creando pagine in cui compaiono odi alla tristezza e al culto della birra Peroni. L’Irpinia non è solo questo e Se resto è perché ce lo mostra in tutta la sua semplicità.
Protagonisti del cortometraggio sono persone che hanno scelto d’investire nella terra che li ha messi al mondo, ciascuno ha intrapreso una strada differente per realizzarsi. Ognuno dei protagonisti ha un bagaglio culturale e di esperienze diverso ma tutti hanno abbracciato la stessa causa: sono riusciti a guardare oltre, conquistando il proprio spazio.
Sono storie che, ovviamente, non sono prive di difficoltà ma sono la dimostrazione che decidere di restare non è sempre sinonimo di resa e sconfitta personale. Attraverso queste scelte si abbraccia la croce e la delizia di un territorio che appare come aspro e burbero e che, in realtà, è un autentico portatore di semplicità e di ricchezza. Non vi aspettate storie dallo stile commedia americana perché i problemi ci sono e non riguardano solo il territorio ma anche le dinamiche sociali con cui ci si scontra quotidianamente: la chiusura sociale, l’incuria generale e i disservizi. Non è tutto rose e fiori ma questo non vuol dire che non sia possibile guardare i problemi da un’altra angolazione, trovando una soluzione costruttiva.
Le voci di Se resto è perché sono svariate ed appartengono a diversi settori lavorativi e culturali. A raccontare le proprie esperienze di vita ci sono giovani e meno giovani, che sono partiti con la voglia di oltrepassare i confini della propria terra ma sono tornati perché ciò che hanno visto era meno dorato e appetitoso, rispetto alla propria immaginazione. Ci sono le storie di persone che hanno appreso i mestieri artigianali di un tempo, hanno costruito una carriera e, attraverso questa riscoperta lavorativa, riescono ad oltrepassare i confini italiani per diffondere la propria cultura. Sono storie particolari, se vogliamo romantiche ma soprattutto di resistenza.
La prima storia che vi raccontiamo è quella di Michela Mancusi, fondatrice e presidente di Zia Lidia Social Club che ha compiuto 16 anni.
Michela ha deciso di restare perché ha creduto in questo progetto culturale, che le ha permesso di volta in volta di conoscere e potersi confrontare con persone diverse, unite dalla passione per la cultura e dalla voglia di condividerla. Lo Zia Lidia Social Club nasce nell’appartamento di Lidia, un’anziana nonché prozia di Michela, che attraverso questo gesto di ospitalità e di aggregazione fa sparire il confine tra spazio pubblico e privato. Questo gesto semplice e generoso consente un’unione generazionale e culturale in cui non esistono differenze o spazi delimitati.
La seconda storia è quella di Gaetano Branca di Carife, maestro artigiano dell’argilla, che ha deciso di restare perché della sua generazione non c’è più nessuno. Gaetano impara l’arte di plasmare l’argilla da Raffaele Clemente, che gli ha tramandato i segreti della sua professione. L’insegnante non voleva che Gaetano ne facesse un mestiere perché doveva studiare e diventare un professionista. Gli anziani, spesso, sperano in un riscatto sociale attraverso i giovani, li vogliono vedere laureati, affermati ed in carriera dietro scrivanie. Questo modo di pensare è controproducente perché parte della nostra cultura e delle nostre radici muore lentamente nella dimenticanza. Gaetano ha disatteso le parole del suo insegnante, dimostrandogli come anche senza una laurea ci si può affermare e girare il mondo, vivendo in Irpinia.
La terza storia è quella di Vito Pagnotta che ha deciso di restare in Irpinia perché questa è casa sua ed ha fondato l’azienda agricola Serrocroce, producendo birre irpine. Le loro birre sono fortemente legate all’Irpinia, le materie prime che vengono lavorate appartengono allo stesso territorio dell’azienda. Vito dopo la laurea ed il master parte con la valigia di cartone e si ferma in Belgio dove ha imparato i segreti della birrificazione e li ha trasferiti a Monteverde, in Irpinia. Le birre Serrocroce hanno un legame territoriale indissolubile perché l’azienda non è solo prodotto ma esiste in quanto ragnatela di rapporti umani.
La quarta storia è quella di Francesco Savoia che ha deciso di restare perché, il suo, è un bisogno che sente dentro. Francesco ha deciso di continuare la tradizione casearia dei propri genitori e di non far morire l’Antica Fattoria Savoia. La sua scelta di diventare allevatore inizialmente non è stata approvata dai suoi genitori, che speravano per i propri figli (Francesco e la sorella) un futuro diverso, una vita fatta di meno sacrifici e meno impegni. L’azienda è partita con poche risorse economiche ma con la voglia di farcela. La conoscenza della tradizione familiare, unita all’innovazione e alla voglia di crescere, ha portato l’Antica Fattoria Savoia a migliorarsi, creando prodotti diversi e compatibili con il competitivo mercato moderno. Tra i cavalli di battaglia vi è lattica, un formaggio spalmabile, che per la sua genuinità e sapore permette all’azienda di entrare in ristoranti stellati.
A completare le storie di Se resto è perché ci sono: Carmine Ioanna e Alberico Iannaccone. Carmine è un musicista noto nonché organizzatore di Accordion Day, un festival che si svolge in Irpinia. Quest’idea nasce con la voglia di unificare più persone attraverso la musica, cercando di allargare gli orizzonti ed i contatti attraverso l’arte.
Alberico Iannaccone, invece, ad un certo punto si è trovato di fronte ad un bivio: se cercare lavoro altrove o creare un’attività che gli permettesse tutte le mattine di svegliarsi e poter guardare le montagne della sua terra. La decisione è stata quella di fondare la cooperativa Il Sorriso, che continua ad esistere, nonostante le numerose difficoltà avute nel tempo.
La pellicola è accompagnata dal brano L’Ignoto ideale degli Ordita Trama, band irpina, che per la scrittura del testo si è ispirata A se mi tornassi questa sera accanto, romanzo, di Carmen Pellegrino.
Se resto è perché vi farà vedere con occhi diversi una terra che, nonostante tutte le problematiche che ha e le appartengono da sempre, è un luogo che nella sua apparente staticità è in fermento.
Chi ha deciso di restare o tornare lo ha fatto con uno scopo ben preciso: ha riconosciuto il valore delle proprie radici ed ha deciso di rendergli onore attraverso l’innovazione e la creatività. Le storie che mostra il documentario devono servire per aggregare altre menti e cercare di migliorare un luogo che ha ancora tanto da dare.
I fiocchi continuano a scendere nella parte più alta della provincia di Avellino.
L’Azienda Consortile diventa realtà. Dopo l’ok del Comune, il presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio chiama gli amministratori, che dalla costituzione del Consiglio di Amministrazione fino al versamento della quota d’ingresso, dovranno vedersela da soli. Duro, però, il giudizio del consigliere regionale Maurizio Petracca rispetto alla gestione passata.