Legambiente

Legambiente, Italia Nostra e Touring Club Italiano chiedono la conservazione delle “casette asismiche” di Aquilonia

L’accorata richiesta del comitato Palazzine Bene Comune e delle associazioni locali di non demolire né alienare a privati il patrimonio storico costituito dalle “casette asismiche” del 1930, o “palazzine”, ancora esistenti nel comune altirpino trova ora nuovi sostegni nei rappresentanti di tre importanti organismi della società civile, che hanno sottoscritto il documento delle associazioni qui allegato.

In particolare:

  • Legambiente: con le sue 18 sedi regionali e 1000 gruppi locali Legambiente, associazione fondata 40 anni fa, è il più diffuso in Italia tra i soggetti del mondo ambientalista. Associa 115.000 persone e organizza ogni anno più di 1.000 giovani in campi di volontariato ambientale e sociale; 30.000 classi aderiscono ai suoi programmi di educazione ambientale; oltre 200 avvocati prestano servizio nei suoi Centri di azione giuridica al servizio delle vertenze;
  • Italia Nostra: fondata nel lontano 1955 e tradizionalmente attenta in primo luogo alla tutela dei centri storici, è una delle più antiche associazioni italiane per la difesa del patrimonio storico, artistico e naturale. Ne hanno fatto parte, anche con ruoli dirigenziali, numerose donne e uomini di primo piano del mondo culturale italiano. Per citarne solo alcuni, la letterata e scrittrice Elena Croce, lo scrittore Giorgio Bassani (“Il giardino dei Finzi-Contini”), l’archeologo e giornalista Antonio Cederna;
  • Touring Club Italiano: è la più nota e antica associazione italiana di promozione turistica, nata nel lontano1894. Il suo scopo e ideale, come da Statuto, «consiste nel corretto sviluppo di attività di viaggio e turismo riconoscendo in esse alto valore sociale, culturale ed economico». «In particolare – prosegue l’art. 1 – il Touring Club Italiano intende collaborare alla tutela e alla educazione ad un corretto godimento del paesaggio, del patrimonio storico, artistico e delle identità plurali dell’Italia in tutte le sue forme espressive, materiali e immateriali, che considera nel suo complesso beni e valori insostituibili da trasmettere alle generazioni future». Già nel dicembre 2017 le due petizioni del comitato civico Palazzine Bene Comune contro la demolizione delle “casette” avevano complessivamente raccolto, oltre alle centinaia di firme della cittadinanza, i sostegni di decine di intellettuali, di cui alcuni molto noti ma tutti particolarmente autorevoli in merito ai problemi delle aree interne.

Veramente ci riesce difficile comprendere come un sindaco di un piccolissimo paese dell’entroterra che si ostina a parlare il linguaggio vecchio della cancellazione del patrimonio culturale della propria comunità non senta il peso dell’isolamento, e non veda, al contrario, la possibilità di fare leva sul sostegno di tali soggetti a un’operazione pubblica di rigenerazione urbana che potrebbe porre questo piccolo centro in posizione di avanguardia nelle politiche territoriali delle aree interne.

Comitato civico spontaneo Palazzine Bene Comune Aquilonia

Comitato civico spontaneo Palazzine Bene Comune Aquilonia

Che ne è dell’apertura di dialogo annunciata nel consiglio comunale del 1° aprile 2021? Era un pesce d’aprile?

Il Sindaco De Vito – la registrazione è agli atti – annunciò la costituzione di una “commissione” di esperti e rappresentanti di diversi interessi e competenze per esaminare la questione delle “casette”: perché non si è ancora nemmeno cominciato a comporla e a discuterne in dettaglio obiettivi e metodi? Se il tema è il patrimonio storico-culturale identitario che una comunità, in piena autonomia, riconosce come tale, cosa c’entra la privatizzazione? E perché questa dovrebbe garantirne la tutela? Il Sindaco Giancarlo De Vito vuole attuare una demolizione per interposta persona? Possibile, nel 2021, dopo secoli di maturazione della cultura della tutela delle testimonianze del passato, dopo la Convenzione di Parigi sulla tutela del patrimonio mondiale, culturale e naturale (1972), la Convenzione di Granada per la salvaguardia del patrimonio architettonico d’Europa (1985), la Convenzione europea del paesaggio (2000), la Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società (2005), essere a questo punto? In Italia?

Venticano,
la nota del Circolo Legambiente “La Voce della Terra”

Il Circolo Legambiente “La Voce della Terra” insieme agli alunni e insegnanti della scuola elementare di Venticano anche quest’anno ha aderito alla Festa dell’Albero, mettendo a dimora nuovi germogli. Un gesto concreto per restituire alle comunità spazi vivibili e accoglienti e ricordare che senza gli alberi, i polmoni verdi del pianeta, non c’è futuro.

«Siamo partiti – spiega Cinzia Colarusso, presidente del circolo Legambiente “La Voce della Terra”- con l’idea che il nostro territorio vada valorizzato, preservato e raccontato. I modi per farlo sono tanti, la volontà e l’amore per la nostra terra ancora di più, ma c’è bisogno di unire le forze, di allargare i presidi territoriali di legalità e di impegno sociale e collettivo. Il nostro circolo presuppone l’attivismo di un gruppo di persone desiderose di dare il proprio contributo e determinate a raggiungere obiettivi di miglioramento per l’ambiente che ci circonda, attraverso gli strumenti messi a disposizione dall’associazione. È un’esperienza unica, è un grande impegno ricco di soddisfazioni e risultati per il benessere di tutta la collettività».

Rifiuti, l’ambientalista dell’anno De Feo:
«Non si può restare senza impianti e discariche»

Giovanni De Feo, padre del progetto Greenopoli e recentemente premiato da Legambiente come ambientalista dell’anno, in occasione di un convegno, tenutosi all’Isis De Sanctis-D’Agostino, interviene sulla questione rifiuti. Secondo l’esperto, la provincia di Avellino, pur mantenendo alta l’attenzione sulle norme da rispettare e sui luoghi prescelti, non può restare indietro in materia di impiantistica, in particolare per quanto riguarda la frazione organica.

Altro problema che tocca la verde Irpinia è quello relativo alle discariche abusive. L’attivista, infatti, sottolinea come in provincia sono in aumento i siti illegali o meglio ancora gli incivili, che oltrepassando ogni norma, lasciano i rifiuti per strada.

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