libri da leggere

Bruce Springsteen. The last man standing: il libro di Patrizia De Rossi

Bruce Springsteen non è soltanto un musicista, un cantante, un rocker: è soprattutto la personificazione dell’eroe americano, quello letterario e quello cinematografico, oltre che musicale.
Non c’è una singola canzone nel suo immenso repertorio che non racconti un pezzettino dell’American dream, anche quando è andato in frantumi o è stato calpestato, umiliato, vilipeso, tradito. Una delle qualità che rendono Bruce Springsteen assolutamente unico, infatti, è la coerenza, sia quella dei temi che affronta nelle sue canzoni sia quella tra il suo personaggio e il suo privato.

L’uomo e l’artista coincidono e non potrebbe esserci l’uno senza l’altro. Il Boss non sarebbe l’immenso artista che è se non ci fosse dentro il grandissimo uomo con tutte le sue fragilità e debolezze, che peraltro non ha mai nascosto.

Oggi Bruce è un’icona della musica e di tutta la cultura popolare americana e su questo si articolerà il libro: su come la sua musica, le sue canzoni e la sua personalità abbiano avuto un impatto determinante non solo negli Usa ma in tutto il mondo occidentale, Italia in primis.

Bruce Springsteen. The last man standing di Patrizia De Rossi

Bruce Springsteen. The last man standing di Patrizia De Rossi

Patrizia De Rossi: biografia

Patrizia De Rossi è nata a Roma, dove vive e lavora come giornalista, autrice e conduttrice di programmi
radiofonici.

Per Diarkos ha pubblicato Luciano Ligabue. Re Start (2020), in occasione dei trent’anni di carriera dell’artista emiliano, Patti Smith e Le leggende della Lazio (2021). In precedenza ha scritto Certe notti sogno Elvis (1995), Quante cose che non sai di me. Le sette anime di Ligabue (2011), Gianna Nannini. Fiore di Ninfea (2012) e Bruce Springsteen e le donne. She’s the one (2014). Dal 2006 è direttore responsabile di «Hitmania Magazine», periodico di musica, spettacolo e culture giovanili.

Angela Procaccini presenta il suo nuovo libro Il silenzio degli adolescenti

Giovedì 25 novembre 2021, alle 18.00, nella suggestiva cornice dell’Istituto di Cultura Meridionale a Napoli (in via Chiatamone 63), Gennaro Famiglietti, console onorario di Bulgaria e presidente dell’Istituto, Mia Filippone, vice sindaco del Comune di Napoli, Lucia Fortini, assessore all’Istruzione della Regione Campania, e Gianluca Guida, direttore dell’Istituto Penale Minorile di Nisida, presentano il libro “Il silenzio degli adolescenti” di Angela Procaccini (Graus Edizioni).

L’incontro, arricchito dagli interventi musicali del maestro violinista Ciro Formisano, sarà condotto dal giornalista Ciro Cacciola.

L’ingresso è libero (fino ad esaurimento posti).

Green pass obbligatorio.

“Il silenzio degli adolescenti” di Angela Procaccini

“Il silenzio degli adolescenti” di Angela Procaccini

Il silenzio degli adolescenti: la trama

Il silenzio dei ragazzi: il filo conduttore di questi racconti, in cui si intrecciano profili emotivi singolari, unici, che trovano la forza di reagire alle ansie della vita, liberandosi dalle proprie paure. Le storie raccontate offrono spaccati di realtà quotidiane, e sottolineano il piacere e la sicurezza che trasmettono i luoghi d’origine, ma anche i limiti legati a vite di sacrifici, che diventano pesanti zavorre.

Da qui nasce il desiderio di evadere, di ascoltare le voci della natura che stimola l’immaginazione. Così, ad esempio, Gianni impara a prendersi cura degli altri e quindi anche di se stesso, Mimmo assaggia il sapore della speranza attraverso il fascino della musica, Fatima incarna la nostalgia per le proprie origini e l’importanza della cultura che rende liberi, Sibilla esprime il vuoto interiore che lacera dopo una scomparsa.

Tutti i personaggi sono particolari: attraverso le emozioni riescono ad andare oltre ciò che gli è concesso. Angela Procaccini racconta l’importanza del sogno, della speranza in qualcosa di nuovo che possa far dimenticare la sofferenza.

Il silenzio degli adolescenti è la voce degli adolescenti attraverso le parole di Angela.

Angela Procaccini: biografia

La vera natura di Angela Procaccini è quella di docente: laureatasi in Lettere classiche, ha ampliato le sue esperienze lavorative, collaborando con la Commissione per le Adozioni Internazionali e il Comune di Napoli. Dirigente di Istituti nautici, dal Mare ha tratto l’essenza per percorrere ancora le rotte della vita.

Infatti il mare, i giovani, la cultura sono stati da sempre il nutrimento della sua anima, la guida per andare avanti, il conforto della perdita di Simonetta, l’amata figlia uccisa per mano della camorra.

Nominata Ufficiale della Repubblica, preferisce comunque sentirsi la “Partigiana dei ragazzi”, come è stata definita per la sua propensione a ragionare con i giovani, e a creare in loro il “nucleo caldo” di valori e sentimenti. Scrittrice sensibile e raffinata, oggi dirige l’Istituto Bianchi, con lo sguardo sempre fisso all’orizzonte lontano. Ha pubblicato per Guida Editori e per Graus Edizioni numerosi libri di poesia e narrativa.

Le luci nelle case degli altri di Chiara Gamberale

Le luci nelle case degli altri (2010) di Chiara Gamberale è un romanzo che ci parla del quotidiano e di inclusività, un argomento che negli ultimi tempi è importante affrontare. Giugno, come sappiamo, è il mese che festeggia il Gay Pride e la comunità LGBTQ+ in tutto il mondo.

La scrittrice attraverso lo sguardo smarrito di Mandorla, una delle protagoniste del romanzo, ci insegna a guardare e scoprire il mondo da un altro punto di vista che è molto più umano, semplice da adottare e profondo.

Il lettore in poco tempo sente di abitare all’interno del condominio in cui vive la ragazza e in qualche modo cresce con lei, si smarrisce insieme a lei che cerca suo padre e il senso della sua esistenza.

Le luci nelle case degli altri: recensione

Un romanzo di Chiara Gamberale che parla di inclusività

Le luci nelle case degli altri: la trama

Maria, la madre di Mandorla, muore all’improvviso in un incidente stradale all’età di trent’anni, lasciando la figlia che, al tempo, ne ha solo sei. La bambina, attraverso una lettera, scritta dalla madre per lei, il giorno della sua nascita, scopre qualcosa d’importante: all’interno di quel condominio di cinque piani c’è suo padre. Nessuno dei condomini vuole sottoporsi al test del DNA così decidono di occuparsi tutti insieme di lei.

Il condominio è abitato da diverse personalità che alla fine arricchiscono Mandorla, anche in quei momenti bui, in cui la ragazza cerca disperatamente di scoprire l’identità di suo padre.

Maria, in vita, svolgeva l’attività di amministratrice condominiale anche in quello stesso palazzo in cui c’è il padre di Mandorla. Tutti i suoi amici e conoscenti, come si evince all’interno delle pagine de Le luci nelle case degli altri, la vedono come una donna libera che ha sempre vissuto senza costrizioni sociali. La donna il giorno in cui mette al mondo sua figlia le scrive una lettera che si rivela una sorta di testamento morale perché c’è scritto molto di lei: come vede il mondo, come vorrebbe educarla e cosa lei ritiene giusto per la figlia.

La libertà è ciò che muove Maria nella vita e in tutti i ruoli che ricopre, il significato che lei da a questa parola trasuda da ogni riga che compone il testo. Nonostante gli errori ortografici e grammaticali si può comprendere che l’apertura mentale, gli ideali sani non sono solo il frutto di studio e di cultura ma appartengono alla sensibilità con cui si guarda il mondo, quella capacità umana che non appartiene solo alla qualità e alla quantità di libri che si sono letti durante il corso della propria vita.

La lettera riassume molto il significato del romanzo, per questo motivo la riportiamo integralmente:

25 ottobre 1993

Amore mio.

Ti ho vista solo di sfuggita, poi un’infermiera ti ha portato via. Avevo così tanta tantissima voglia di conoscerti che evidentemente tu l’hai avvertita e sei arrivata con due mesi di anticipo.

Minuscola come una mandorla, dice il dottore.

È per questo che adesso bisognerà tenerti per un po’ in una scatola di vetro: per trasformarti da una mandorla a una bambina vera! Il dottore mi assicura che tutto andrà bene, però in questo letto d’ospedale che ci stò a fare io, se tu non ci sei?

Allora ti scrivo.

Perché non ce la faccio a pensare ad altro che non sei tu.

E perché sono così tante le cose che da qui a sempre vorrei darti, è così grande la paura di non farcela che almeno, se mai un giorno leggerai questa lettera, saprai che ce l’avevo messa tutta ma tutta tutta quanta.

Vorrei averti qui con me adesso, ma questo già te l’ho detto.

Vorrei vorrei vorrei.

Vorrei trovare trovare per te un nome perfetto, di quelli che le persone quando ti chiedono: “Come ti chiami?”, tu gli rispondi:” Mi chiamo così” e loro ti dicono: “Ma ti sta proprio benissimo questo nome! Sembra creato a posta per te!”.

Vorrei vorrei vorrei.

Vorrei aver studiato un po’ più l’italiano e vorrei aver letto tanti bei libri per scriverti una lettera piena delle parole più preziose del mondo: ma a scuola non ci sono andata mai troppo volentieri.

Poi quando sono morti i nonni ho dovuto sbattermi per cercare un lavoro, e addio cultura! per non parlare del lavoro che alla fine ho trovato, allo Studio Amministrazioni Poggio Ameno: sono sempre alle prese con i conti e le tasse che le persone pagano, altro che parole belle! Ma proprio una ragazza che conosco grazie a questo lavoro, che si chiama

Lidia, un giorno mi ha detto una cosa da rifletterci sù: ha detto “Più sai

usare le parole più ti allontani anziché avvicinarti a quello che vuoi

realmente esprimere”. Quindi sai che che ti dico? Sono felice di non saper scrivere bene per dirti quello che vorrei!

Vorrei vorrei vorrei.

Farti mangiare tutto il cioccolato che vuoi senza che ingrassi (è

buonissimo, il mio preferito è quello al latte).

Che se i compagni di classe ti prendono in giro per qualche motivo, tu pensi che sono sbagliati loro, mica tu.

Fare molti viaggi (io non ho nemmeno il passaporto, ma adesso

me lo faccio perché il mondo là fuori è tantissimo e tu dovrai vederlo tutto, dovrai conoscerlo).

Vorrei che non ti ammalerai mai.

Che non ti spuntano i denti del giudizio (toglierli fa davvero male).

Che ti piacciono i cappelli come piacciono a me, così possiamo collezzionarli insieme.

Vorrei che hai tanti amori di quelli scemi, che fanno girare la testa e

ronzare i calabroni in pancia: tutti non fanno che ricordarmi che l’amore

nella vita non è tutto, e certamente hanno ragione. Ma che ti devo dire? I

giorni più felici che ho passato (senza contare oggi, naturalmente) sono stati quelli che ho passato innamorata. Magari di qualcuno che non ne

valeva affatto la pena, ma che fà? Non c’è cosa al mondo più bella di

svegliarsi in un letto dove non avevi mai dormito prima di quella notte, e

pensare: ecco, in questo momento non mi manca niente.

E quindi vorrei che di quel genere di mattine tu ne vivi tante.

Ma naturalmente che poi, a un certo punto, trovi la persona giusta

(giusta per te: intendo). Io non ci sono riuscita ma ancora ci spero. Il

problema è che gli uomini rimangono incantati quando allo zoo vedono

per la prima volta una giraffa: ma poi a casa preferiscono tenere un cagnolino.

È per questo che vorrei che cresci rara come una giraffa in città, ma con l’istinto domestico del cagnolino: dappertutto c’è del bene, dappertutto c’è del male.

Vorrei pensarti sempre più forte di quello che potrà capitarci.

Insegnarti a cucinare.

A riconoscere i nomi delle piante (anche quelle strane).

Vorrei che trovi un amico come per me è Michelangelo, qualcuno che

mentre tutto il resto gira e cambia, rimane fermo.

Che impari almeno una lingua straniera (io non sò nessuna e mi

sento una deficiente).

Vorrei che leggerai questa lettera quando ne avrai bisogno, così potrà

farti bene come oggi stà facendo bene a me a scriverla.

Vorrei che fino a quel momento tu la tieni con te, in una busta, come

una specie di amuleto magico magico che ti protegge da tutto quello che di brutto

stà là fuori.

Vorrei vorrei vorrei.

Che litighiamo quel poco che basta per capire che siamo davvero

importanti l’una per l’altra.

Che ti crescono i capelli lisci (quelli ricci pare che sono una

scocciatura).

Vorrei che tuo papà fosse un astronauta che cammina sulla luna ma

pensa sempre a noi, e non un uomo come tanti, che abita in via Grotta

Perfetta 315 e una sera di marzo, forse per noia forse per curiosità, nell’ex

lavatoio del sesto piano ha fatto l’amore con me.

Vorrei vorrei vorrei.

Che le infermiere ti portano al più presto qui.

Perché so che tutti i giorni che qualcuno nasce, così come purtroppo

qualcuno muore. Ma che ci vuoi fare? Quando tocca a te credi che è la

prima volta che capita, in assoluto. E oggi mi sembra che nessuna donna,

oltre a me, è mai diventata

Chiara Gamberale

Chiara GamberaleMamma

Le luci nelle case degli altri ci mostra un modo di guardare il mondo che è scevro da pregiudizi ma che è anche difficile da attuare. Un genitore dovrebbe rispettare gli ideali e le propensioni di un figlio, come il suo orientamento sessuale ad esempio, rispettando a 360 gradi ciò che pensa.

Un genitore dovrebbe avere la forza di comprendere e rispettare un figlio a prescindere da ciò che individualmente si ritiene giusto perché ogni essere umano è un mondo a parte, un insieme di valori, sensibilità e modo di giudicare il mondo che è soggettivo e personale.

La cosa più importante che emerge dalle pagine del romanzo di Chiara Gamberale è che qualsiasi scelta personale non contiene all’interno il sinonimo di giustizia o normalità perché senza azioni che ledono fisicamente il prossimo tutto è giusto, contemplabile e praticabile.

Questo è il senso profondo dell’inclusione cui dovremmo arrivare socialmente e umanamente.

Philip Roth: la biografia autorizzata che sta facendo discutere

La biografia di Philip Roth, edita da W.W. Norton,  è l’unica autorizzata dallo scrittore prima della morte con queste parole:

Non mi devi riabilitare. Rendimi interessante.

Il libro descrive i vizi e le virtù di uno degli scrittori più importanti e influenti del XX secolo. Questa biografia, da molti, è stata considerata scandalosa perché farebbe trapelare la misoginia dell’autore.

Philip Roth ha concentrato la sua letteratura rivolgendosi su dilemmi riguardo se stesso.

Ecco con quali parole ha descritto i suoi libri lo scrittore, durante delle interviste:

Se i miei libri sono così persuasivi da convincere questi lettori che io abbia fornito loro la vita allo stato puro, senza alcun cambiamento, così com’è vissuta, be’, non è la croce più pesante che uno scrittore abbia dovuto portare. Meglio che se non mi credessero affatto.

Se nel mio lavoro questi lettori non vedono altro che la mia biografia, ciò significa che sono sordi alla finzione, alla personificazione, al ventriloquio, all’ironia, sordi alle migliaia di osservazioni che costituiscono un libro, sordi a tutti gli espedienti di cui si servono i romanzieri per creare l’illusione di una realtà più reale della nostra stessa vita.

Ciò che meno apprezzava del suo lavoro di scrittore era l’inizio di un libro perché ciò che induce l’incipit di un romanzo è cercare una tematica che opponga resistenza, un problema.

Quando si trova il problema di cui parlare ma la scrittura diviene fluida quella non è la strada giusta per scrivere un libro di successo.

Philip Roth: la biografia

l’unica biografia autorizzata è stata pubblicata e già sta facendo discutere

Philip Roth: biografia

Philip Roth (1933-2018) è stato uno degli scrittori più conosciuti e premiati tra quelli della sua generazione.

Nato a Newark, nel New Jersey, era il secondo figlio di Bess e Herman Roth. Nel 1959 pubblica Goodbye, Columbus, una raccolta di racconti che gli è valsa il National Book Award.

Nel 1969 pubblica il Lamento di Portnoy che ha consolidato la sua reputazione di scrittore tra i critici e gli esperti del settore.

Durante la sua vita ha pubblicato 31 libri, compresi quelli del suo alter ego Nathan Zuckerman a cui ha affidato il compito di parlare l’esperienza ebraica americana nel XX e XXI secolo.

Per poter approfondire alcuni aspetti della vita del noto scrittore, non ci resta che attendere la pubblicazione del libro in Italia.

Premio Strega 2021: alcune proposte che concorreranno al premio letterario

Tra le proposte presentate per concorrere al Premio Strega 2021 troviamo:

  1. La sirena dei mari freddi di Roberto Michilli, proposto da Francesca Pansa
  2. Al passato si torna da lontano di Claudio Panzavolta, proposto da Enrico Deaglio
  3. Stjepan detto Jesus, il figlio di Maria Rita Parsi, proposto da Gianpiero Gamaleri
  4. La vera storia di Martia Basile di Maurizio Ponticello, proposto da Maria Cristina Donnarumma
  5. Non dipingerai i miei occhi di Grazia Pulvirenti, proposto da Massimo Onofri
Premio Strega 2021: alcune proposte dei libri

Ecco alcune proposte che sono state presentate per il Premio Strega 2021

Premio Strega 2021: alcune delle proposte letterarie che concorreranno

1. La sirena dei mari freddi di Roberto Michilli

La sirena dei mari freddi: la recensione

Un romanzo psicologico intenso e con una sapiente costruzione narrativa

La sirena dei mari freddi (2020) di Roberto Michilli è un romanzo che parla dell’incontro tra una giovane donna sprofondata nella depressione, per alcuni episodi che le sono accaduti durante la sua esistenza, e di un anziano professore che le offre un appoggio materiale e affettivo.

Il romanzo è stato proposto da Francesca Pansa con la seguente motivazione:

La sirena dei mari freddi si impone alla lettura per la sapiente costruzione narrativa che mostra in Roberto Michilli uno scrittore di storie e di armosfere, ben rodato anche dalla rigorosa carriera di traduttore di classici di Lermontov a Flaubert, Mallarmé, Verlaine, Byron, Keats, Goethe, Heine.

L’atmosfera è quella di un racconto dalla forte coloritura psicologica, con nuove comparse a infittire la scena, qualche rivelazione, qualche sorpresa e uno strategico flashback che portano alle pagine finali.

2. Al passato si torna da lontano di Claudio Panzavolta

Al passato si torna da lontano: recensione

La famiglia Castellari è intrisa di vicissitudini sentimentali

Al passato si torna da lontano (2020) di Claudio Panzavolta è una sorta di manifesto della memoria in cui lo scrittore è tornato al suo passato familiare.

Mio babbo è arrivato a casa poco dopo la fine della guerra. Si è fatto tutta la strada da solo, un po’a piedi e un po’ in bicicletta, dalla GErmania al paese. Lo avevano messo in un campo di lavoro. A dormire stavano dentro delle baracche, come in un lager, e di giorno i tedeschi li portavano fuori, per accompagnarli alle fabbriche. Quando me lo sono ritrovato davanti, ci ho messo un po’ prima di riconoscerlo. Dovevi vedere com’era ridotto. Tutti quei chilometri… Non abbiamo mai fatto il conto, ma dovevano essere tanti. Aveva i calzoni che ci mancava mezza gamba, e una camicia sbrindellata; sembrava uno straccione, secco come un chiodo, lordo.

Enrico Deaglio spiega così la sua proposta:

Le zolle di terra sono quelle che Pascoli, Bertolucci e Fellini hanno arato con epica e dolcezza: i campi, e i borghi, della Romagna da cui è passata una Storia violenta. Se si scava ancora si scopre che quella terra non ha prodotto solo bandiere rosse e divise nere, ma anche due sorelle normali (e quindi geniali). Anita e Edda crescono tra madri uccise e padri distrutti; vanno a lavorare in fabbrica e sono felici, come quando vanno al cinema o in bicicletta.

3. Stjepan detto Jesus, il figlio di Maria Rita Parsi

Stjepan detto Jesus, il figlio: la recensione

Un romanzo che racconta di una storia causata dagli stupri durante la guerra nei Balcani

Stjepan detto Jesus, il figlio (2020) di Maria Rita Parsi è un romanzo che ha come protagonista un bambino chiamato Jesus perché è nato a mezzanotte nel giorno di Natale. Lui è il figlio di una violenza di un soldato su una giovane donna durante la guerra dei Balcani. Stjepan è stato abbandonato dalla madre che non sapeva amarlo e non voleva odiarlo e viene affidato alla bisnonna che non gli nasconde la verità. Il bambino scoperto questo sulla sua vita decide di partire in cerca della madre accompagnato dalla sua tartaruga.

Il romanzo si apre con la storica decisione dell’Onu, 23 settembre 2019, in cui stabilisce che la Bosnia dovrà risarcire le donne vittime degli stupri di massa durante la guerra nei Balcani. Una decisione destinata a fare la storia.

4. La vera storia di Martia Basile di Maurizio Ponticello

La vera storia di Martia Basile: recensione

La storia di una sposa bambina

La vera storia di Martia Basile (2020) di Maurizio Ponticello ci conduce all’interno di una Napoli inconsueta tra il ‘500 e il ‘600 dove una donna viene ceduta in moglie a un commerciante.

Martia aveva sollevato il velo sul capo e sorrideva, gli occhi le brillavano per la felicità e spandevano risolini come se fosse ad andar su e giù sopra un’altalena innocente: da sotto la coroncina di fiori innervata con primizie di stagione e tralci d’uva, spartiva occhiate ingenue con lampi di giubilo.

Il viso del padre che l’accompagnava verso l’altare offriva la medesima sensazione di compiacenza: dal momento in cui i suoi traffici erano stati risucchiati dai debiti, quella cerimonia nuziale era la prima boccata d’ossigeno. Il resto non contava, E poi, piazzare una figlia a quele condizioni, e scrollarsela dal groppone delle spese così anzitempo, non erano cose che capitavano ogni giorno della settimana. Aveva pure pensato di fare entrare Martia in un monastero ma, alla fine, questa soluzione l’aveva considerata sterile se non addirittura controproducente per le proprie tasche: belisario Basile aveva investito nella sua piccola, l’aveva affidata alle cure di una suora orsolina che le aveva insegnato a cucire, a leggere e a scrivere, la religione e le buone maniere.

Quella di Martia Basile è una storia struggente e affascinante che è ancora molto attuale ai nostri giorni se pensiamo alle donne vittime di violenza che sono costrette a subire soprusi o che vengono uccise, spesso, per un puro desiderio di possesso o sopraffazione.

5. Non dipingerai i miei occhi di Grazia Pulvirenti

Non dipingerai i miei occhi

Il romanzo sulla modella e compagna di Modigliani

Non dipingerai i miei occhi (2020) di Grazia Pulvirenti ha come protagonista Jeanne, compagna e modella di Modigliani, che si suicidò dopo la morte dell’amato. Una figura che è sempre comparsa in modo marginale tra le diverse biografie dedicate al pittore. Lei era una donna audace, disinibita, ribelle e anticonformista.

Sai tutto di me, Jeanne, delle notti randagie nel silenzio di Parigi, della lotta contro i miei demoni, dello sfinimento della carne, del buio che si popola di cammelli e cariatidi dai mille occhi, di donne nubiane che ancheggiano lascive… dee… chimere… del vuoto nella mia anima.

Non dipingerai i miei occhi ci mostra più da vicino l’identità di una donna affidata da voci che appartengono a quadri anche se le vicende della vita di Jeanne sono fonti documentarie che sono state trascritte in corsivo.

Ecco a voi altre proposte presentate per il Premio Strega 2021. Voi avete letto qualcuno dei libri che sono stati proposti per concorrere al premio letterario?

Premio Strega 2021: altre proposte per concorrere all’ambito concorso

Si aggiungono altri nomi per concorrere all’ambito Premio Strega 2021.

I libri proposti sono i seguenti:

  • Disordini di Michele Ainis, proposto da Sabino Cassese.
  • Nuovissimo testamento di Giulio Cavalli, proposto da Filippo La Porta.
  • Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti, proposto da Sandro Veronesi.
  • Scacco all’isola di Alessandra Fagioli, proposto da Paolo Ferruzzi.
  • Mia sconosciuta di Marco Albino Ferrari, proposto da Paolo Cognetti.

Scopriamo qualcosa in più sui libri proposti per l’ambito premio letterario.

Premio Strega 2021: i libri che si aggiungono alla lista per partecipare al concorso

1. Disordini di Michele Ainis

Disordini: la recensione

Un romanzo che è una metafora del tempo che stiamo vivendo

Disordini (2021) di Michele Ainis è un romanzo che ha come protagonista Oscar, un professore associato di Giurisprudenza, che all’improvviso guardandosi allo specchio si accorge di essere diventato un altro.

Quella mattina si è consegnato allo specchio del bagno, impugnando il suo vecchio rasoio. Si è guardato, o meglio ha guardato l’immagine riflessa sulla superficie dello specchio: non era lui, non più. Cosa può mai provare che, al risveglio, scopra che un dio malevolo gli ha cambiato i connotati?

Per cercare di ritrovare se stesso decide di partire per il mare ma non sceglie un luogo qualsiasi ma il posto in cui trascorreva l’estate da ragazzo. Qui incontra la sua vecchia fidanzata, insieme ad altri personaggi sui generis e durante questo viaggio, Oscar, scopre che non è il solo ad essere cambiato.

2. Nuovissimo testamento di Giulio Cavalli

Nuovissimo testamento tra i libri scelti per concorrere al Premio Strega

Un romanzo sull’amore

Il secondo libro proposto per concorrere al Premio Strega 2021 è Nuovissimo testamento (2021) di Giulio Cavalli ha come protagonista Fausto Albini, che un giorno all’improvviso dopo aver disegnato un cerchio sulla sabbia si sente male. L’uomo viene portato d’urgenza al Pronto Soccorso e viene ricoverato nel reparto dei Disturbi affettivi, il reparto destinato ad accogliere i cittadini con problemi di rotondità sentimentale.

Nel reparto Fausto Albini incontra la dottoressa Anna Cordio per la quale inizierà a provare un sentimento proibito: l’amore.

Perché tutti soffrono di mancanza di empatia? Probabilmente ciò è causato da un disegno politico e proprio dall’ospedale partirà il nucleo della resistenza che avrà come scopo quello di liberare le emozioni, dando vita a un nuovissimo testamento.

3. Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti

Sembrava bellezza: recensione

Un romanza che parla dello scorrere del tempo

Sembrava bellezza (2021) di Teresa Ciabatti è un romanzo che si basa su episodi accaduti e racconta un pezzo di storia della scrittrice. Oltre alle vicissitudini familiari dei suoi avi, Teresa Ciabatti racconta com’è cambiata la sua vita da quando è diventata una scrittrice famosa e affermata.

Se avessi vent’anni. Se il successo fosse arrivato a vent’anni mi sarei ubriacata, drogata, avrei illuso ragazzi, usandoli per brevi periodo allo scopo di accrescere la mia vanità. Sarei stata rincorsa da giovani maschi. Tutti a desiderarmi.

Invece no ho quarantasette anni e a cercarmi sono cinquantenni alle prese con genitori in fin di vita, se non morti. Gente a cui si infiammano gomiti, bloccano schiene, adulti insoddisfatti, separati, intenzionati a rifarsi una seconda vita, figli a cinquant’anni. Sotto psicofarmaci, stressati come me che perdo sangue.

Il romanzo ci conduce all’interno di uno spazio intimo che, ciascuno, vive a suo modo ma tutti in qualche modo e per qualche ragione con nostalgia.

4. Scacco all’isola di Alessandra Fagioli

Scacco all'isola: recensione

Un romanzo che si snoda in luoghi fascinosi del crimine

Scacco all’isola (2020) di Alessandra Fagioli ha come protagonista Anna Tesei che ha l’incarico di fare luce su le morti strani che si stanno verificando in un’isola apparentemente tranquilla. Ogni volta che la donna si interfaccia con la sua amica Emma Lamon, celebre autrice di gialli, le offre preziosi consigli per lo sviluppo delle sue indagini.

A proporre questo libro per il Premio Strega 2021 è stato Paolo Ferruzzi che spiega così la sua motivazione:

Propongo il libro Scacco all’isola perché è un romanzo che intreccia indagini criminali a relazioni interpersonali e immortala un’isola facendola diventare a più riprese un teatro del crimine.

Un libro dotato di una narrazione asciutta, severa, incalzante, più generosa con i luoghi che non con le persone.

5. Mia sconosciuta di Marco Albino Ferrari

Mia sconosciuta: la recensione

Lo scrittore racconta la vita ribelle della madre

Mia sconosciuta (2020) di Marco Albino Ferrari è un romanzo che racconta la vita della madre morta dodici anni fa. Da quel giorno la donna ha continuato a far visita a suo figlio nei suoi sogni.

Lei è stata per me madre, padre, e forse qualche cosa di più, una compagna indivisibile. Ero ancora piccolo quando chiuse sbrigativamente la questione dell’assenza di mio padre. Senza scendere in particolari, mi raccontò chi era o, forse, chi era stato, perché nel frattempo poteva essere anche morto e lei non lo sapeva.

Nonostante il loro vissuto così stretto, lo scrittore non è riuscito a carpire fino in fondo tutto di lei e, probabilmente, con questo romanzo Marco Albino Ferrari cerca di creare una sequenza di ricordi che gli consenta di avere un quadro globale di sua madre.

Ecco gli altri nomi proposti per concorrere al premio letterario italiano. La lista completa la scopriremo il 5 marzo.

Sembrava bellezza: un romanzo sul passare del tempo

Sembrava bellezza è l’ultimo romanzo di Teresa Ciabatti che ha come protagonista lo scorrere del tempo impietoso, che non risparmia nessuno.

Il libro ci conduce nel mondo intimo di ciascuno che, con l’avanzare dell’età, protende a riguardare il passato, le scelte fatte, i visi che ci hanno accompagnati e anche quelli che ci hanno lasciati. Ciò che emerge è la tenerezza che si ha verso se stessi e sul proprio vissuto.

Come si può leggere già dalle prime pagine di Sembrava bellezza:

Un  romanzo di madri e di figlie, di amiche, in cui l’autrice con una scrittura che si è fatta più calda e accogliente, senza perdere nulla della sua affilata potenza, mette in scena con acume prodigioso le relazioni, tra donne e non solo.

Un romanzo animato da uno sguardo che innesca la miccia del reale e, senza risparmiare nessun veleno, comprende ogni umana debolezza.

Sembrava bellezza è un libro che scava nella profondità umana e nel meccanismo della mente umana, diverso per tutti.

Sembrava bellezza: il romanzo

L’ultimo romanzo della scrittrice

I meccanismi della mente umana, infatti, cambiano in base a come percepiamo noi gli eventi. La stessa esperienza vissuta da persone diverse, ad esempio, ha diverse versioni differenti che corrispondono al numero delle persone che l’hanno vissuta.

Ognuno individua dolore e gioia dove non li individuano gli altri. Addirittura il piacere risiede in luoghi diversi, anfratti emotivi a seconda della persona.  È forse il piacere, tra i sentimenti umani, il mistero più grande.

Sembrava bellezza è un romanzo che ha anche dei rimandi autobiografici di Teresa Ciabatti perché la scrittrice, in questo periodo, sta vivendo una fase matura della sua esistenza mentre sua figlia, di dieci anni, si trova in quella fase della vita in cui si prepara a sbocciare.

Il romanzo di Teresa Ciabatti, edito da Mondadori, è disponibile da oggi nelle librerie italiane!

Se il mondo dei sentimenti è ciò che vi interessa approfondire nelle vostre letture, vi consigliamo Il vero amore è una quiete accesa di Francesco Randazzo.

10 libri da leggere durante il lockdown per viaggiare stando fermi

Con il nuovo lockdown il tempo libero è aumentato a dismisura per tutti e per poterlo trascorrere nel migliore dei modi vi proponiamo una lista di dieci libri da leggere per poter trascorrere il tempo in modo costruttivo.

La lettura è un’ottima alternativa per potersi tenere allenati con la mente oltre ad essere un modo efficace per poter viaggiare stando fermi, immergendosi in mondi e storie diverse.

I libri che abbiamo selezionato sono di generi diversi, argomentazioni e stili altrettanto differenti. Alcuni dei libri scelti possono essere letti tranquillamente in un fine settimana e tutti hanno come scopo quello di raccontarvi una storia, un viaggio interiore e scoprire un punto di vista diverso da proprio o conoscere uno scrittore di cui si ignorava l’esistenza.

Il mood di queste proposte è il viaggio che può essere interiore o di conoscenza culturale.

Buon viaggio!

10 libri da leggere durante il lockdown: la lista

1. Gli spaiati di Ester Viola

Gli spaiati: la recensione

il secondo romanzo della scrittrice napoletana

Gli spaiati ( 2018) è l’ultimo romanzo di Ester Viola che è il sequel de L’amore è eterno finché non risponde.

Il romanzo tratta in modo leggero e attuale la condizione delle nuove coppie composte appunto da spaiati: coppie tra persone separate con figli e da nuovi compagni single. Olivia Marni, avvocato divorzista innamorata del suo capo con cui ha iniziato ad avere una relazione, è la protagonista de Gli spaiati. Ester Viola ci conduce in questo mondo, descrivendocelo senza troppi fronzoli e con quella realtà disarmante che solo la sua penna riesce a dare.

Io l’ho capito perché mi salvo nella vita. Perché a un certo punto mi stanco. All’amore, così come all’amicizia, puoi chiedere tutto tranne ” Non finire”.

Quasi tutto nella vita – scoperte, felicità, catastrofi – comincia da un messaggio che non stavi aspettando. E che arriva mentre sei distratto a lavorare o divertirti. Tra l’altro, arriva nei rari quarti d’ora in cui il telefono è lontano, dimenticato, in fondo alla borsa, scarico. Quando hai sentito i bip ma eri convinta che fosse tua madre, considerato l’orario.

2. Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani

Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani

Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani

Viaggiare, per Tiziano Terzani, è sempre stato un modo di vivere soprattutto per la professione che svolgeva: era un corrispondente di guerra.

Un altro giro di giostra (2004) parla di un viaggio tra Oriente e Occidente in cui a fare da ponte ce n’è un terzo di pellegrinaggio: quello interiore in cui l’uomo venuto a conoscenza di avere un tumore, inizia a fare un bilancio della sua vita e a valutare se la sua esperienza e conoscenza sono in grado di offrirgli una soluzione utile  per il suo malessere fisico.

Ogni cultura ha il suo modo di affrontare i problemi umani, specie quelli della malattia e del dolore. Così, dopo essersi interessato all’omeopatia, Tiziano Terzani si rivolge alle culture d’Oriente sperimentando sulla propria pelle le loro soluzioni, siano esse strane diete, pozioni di erbe o canti sacri. Medicina tibetana, cinese, ayurveda, qi gong, reiki, yoga e pranoterapia sono fra le sue tappe. Alla fine il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell’uomo.

Io ero un corpo: un corpo ammalato da guarire. E avevo un bel dire: ma io sono anche una mente, forse sono anche uno spirito e certo sono un cumulo di storie, di esperienze, di sentimenti, di pensieri ed emozioni che con la mia malattia hanno probabilmente avuto un sacco a che fare!

3. Ritratti in jazz di Murakami Haruki

Ritratti in jazz di Murakami Haruki

Ritratti in jazz di Murakami Haruki

Ritratti in jazz (1997) racconta un periodo e una passione di Murakami Haruki, lo scrittore infatti prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura ha gestito un jazz club per molti anni.

Il libro regala al lettore una parte inedita dello scrittore e si compone di 55 schede  che commentano un disco storico, un frammento di memoria autobiografica.

Ritratti in jazz può essere visto anche come una guida all’ascolto dedicata al jazz e firmata Murakami.

Il fatto che il mio studio sia al tempo stesso anche una sala d’ascolto in questi casi si rivela estremamente utile. Nello studio uso soprattutto delle vecchie e grandi casse della Jbl di tipo Back Loaded Horn – sono piuttosto antiquate, lo ammetto – e a pensarci bene sono già venticique anni che la musica jazz per me ha il loro timbro. Di conseguenza , bene o male che sia, ormai non riesco a immaginarla con un suono diverso: il mio corpo si è completamente assuefatto alla loro vibrazione. Mi rendo conto che al mondo ci sono tanti modi migliori di ascoltare il jazz, ma io preferisco farlo così, rannicchiato come una talpa in questa confortevole tana.

La mia visione del jazz è molto simile, molto vicina a questo particolare suono, cioè è la mia visione individuale, personale.     Credo che non evolva quasi. E dato che la nostra memoria per lunghi periodi gira sempre intorno agli stessi punti focali, finiamo col perdere di vista il corso degli eventi.

4. Seni e uova di Mieko Kawakami

Seni e uova: recensione

Il romanzo della scrittrice giapponese è stato tradotto in italiano

Per restare in tema di letteratura giapponese contemporanea Seni e uova (2020) è un romanzo di Mieko Kawakami, che offre uno spaccato contemporaneo della nostra modernità, incentrato sulle esigenze che cambiano. Protagoniste del romanzo sono tre donne che appartengo a tre diverse fasi della vita e che aspirano ed hanno una visione del proprio benessere in modi altrettanto differenti.

Dopotutto nella ricerca della bellezza non c’è bisogno di una ragione. La bellezza è sinonimo di bontà. E la bontà è il tramite per la felicità. La felicità non è una sola, esistono varie definizioni di felicità, ma tutte le persone la inseguono, che ne siano consapevoli o meno. Persino coloro che vogliono morire cercano la felicità nella morte, attraverso l’annientamento del proprio sé terreno. La felicità non è qualcosa che si può scomporre e discernere con estrema razionalità. La felicità è la felicità e basta. Tutti desiderano essere felici, e non serve una ragione per farlo, perché la ricerca della felicità è al contempo la più piccola e la più grande aspirazione dell’essere umano.

La scrittrice offre al lettore tre spaccati di vita diversi ma che sono legati alla modernità, a desideri e libertà che oggi sono cambiati perché tutto è al nostro servizio o crediamo, spesso, che sia così.

5. Confidenza di Domenico Starnone

Confidenza di Domenico Starnone

Confidenza di Domenico Starnone

Confidenza (2019) è l’ultimo romanzo di Domenico Starnone che racconta del viaggio intimo, tra ricordi e pezzi di vita vissuta, di Teresa e Pietro che hanno vissuto una storia d’amore tempestosa, fatta prevalentemente di litigi.

Un giorno, dopo l’ennesima litigata, a Teresa viene in mente di raccontare a vicenda con Pietro un episodio di cui ciascuno dei due si vergogna e che non hanno mai avuto il coraggio di rivelare a nessuno.

L’uomo accetta e i due si confidano il loro segreto più profondo ma dopo un pò la storia finisce. La confidenza minaccerà Pietro durante il corso della sua intera vita.

L’amore che dire se ne parla tanto, ma non credo di aver usato spesso la parola, ho l’impressione, anzi, di non essermene servito mai, anche se ho amato, certo che ho amato, ho amato fino a perdere la testa e i sentimenti.

L’amore, come l’ho conosciuto io, infatti, è una lava di vita grezza che brucia vita fine, un’eruzione che cancella la comprensione e la pietà, la ragione e le ragioni, la geografia e la storia, la salute e la malattia, la ricchezza e la povertà, l’eccezione e la regola.

Confidenza è un romanzo che attraversa il mondo interiore di ciascuno e che porta a riflettere su quanto sia ingannevole la percezione che si ha dell’altro e quanto possano essere differenti le opinioni e il ricordo di una storia d’amore per ciascun amante.

6. Dieci donne di Marcela Serrano

Dieci donne di Marcela Serrano

Dieci donne di Marcela Serrano

Dieci donne (2010) è un romanzo di Marcela Serrano che racconta la vita di alcune donne (9) che vengono radunate nello studio della loro psicoterapeuta (la decima donna) per raccontare ciascuna la propria storia e le motivazioni che le hanno condotte ad intraprendere il viaggio della terapia.

L’unica condizione perché una vita come la mia possa funzionare è star bene con se stesse. Confidare in sé. Senza risorse interiori, non c’è niente da fare. Samuel Beckett ha scritto una frase che cito in silenzio quando mi vengono dei dubbi sulle mie scelte:” Non importa. Prova ancora. Sbaglia ancora. Sbaglia meglio”.

Come sappiamo i difetti  – perché non so se sia lo stesso dei pregi – peggiorano con gli anni, soprattutto quando non sono esposti al dovuto controllo sociale. Intendo dire che quando una donna vive assolutamente per conto suo, una vita che si è scelta quasi al cento per cento, l’ambiente circostante influisce  in minima parte. Perciò i miei lati oscuri si sono rafforzati. Devo conviverci. Per esempio, avendo scelto questa libertà nelle manifestazioni esterne, vorrei liberare anche la mente, essere capace di mettere tutto, proprio tutto in discussione. Lasciare che il pensiero, non solo il corpo, vada alla deriva.

7. Itaca deserta ruggine di Francesco Randazzo

Itaca deserta ruggine di Francesco Randazzo

Itaca deserta ruggine di Francesco Randazzo

Itaca deserta ruggine (2020) di Francesco Randazzo è un poemetto drammatico che riadatta il mito di Odisseo ai nostri giorni.

Come sarebbe oggi, per Ulisse, il suo viaggio? Che tipo di uomo potrebbe oggi incarnare? Che tipo di lavoro potrebbe svolgere? Quali sarebbero i suoi problemi esistenziali, forse gli stessi dello storico Odisseo?

All’interno del poemetto Itaca è una piattaforma petrolifera abbandonata, che prima era di proprietà di Odisseo e che l’uomo riabbraccia dopo lungo tempo per poter riflettere sulla sua esistenza, sui suoi sbagli e sulla propria esistenza.

8. Tettagna di Patrizia De Luca

Tettagna di Patrizia De Luca

Tettagna di Patrizia De Luca

Tettagna (2020) è il romanzo d’esordio di Patrizia De Luca che ci conduce in un mondo altro, un mondo fatto di leggende, riti e in cui ad avere la meglio sono le donne. Le abitanti di Tettiano nascondo un segreto: il loro seno ha il potere dio stregare e uccidere gli uomini.

Il romanzo conduce in un mondo immaginario in cui la realtà viene completamente ribaltata. L’ambientazione surreale rappresenta uno spunto per farci riflettere sul nostro mondo reale, su come è strutturato e quali possono essere le falle di un pensiero e di una società che punta tutto sulla forza e il gioco dei ruoli.

9. Contro Amazon. Diciasette storie in difesa delle librerie, delle biblioteche e della lettura di Jorge Carriòn

Contro Amazon. Diciassette storie in difesa delle librerie, delle biblioteche e della lettura

Contro Amazon. Diciassette storie in difesa delle librerie, delle biblioteche e della lettura

Contro Amazon. Diciassette storie in difesa delle librerie, delle biblioteche e della lettura (2020) di Jorge Carriòn è un libro che dovrebbero leggere un pò tutti perché tutti siamo diventati degli acquirenti online, che prediligono i grandi e-commerce a dispetto e a scapito dei piccoli venditori.

In un periodo critico, come quello che stiamo vivendo oggi a causa del Covid-19, sarebbe auspicabile da parte di ognuno avere una maggiore sensibilità e predisposizione nello scegliere di comprare, se possibile, non online o preferire i venditori indipendenti.

È arrivato il nostro momento.

Amazon si è appropriata dei nostri libri. Noi dobbiamo appropriarci della logica di Amazon.

In primo luogo, convincendo il resto dei lettori della necessità del tempo dilatato. Il desiderio non può essere esaudito immediatamente, perché in tal caso cesserebbe di essere un desiderio, perderebbe senso. Il desiderio deve durare. Bisogna andare in libreria; cercare un libro; trovarlo; sfogliarlo; decidere se il desiderio aveva una ragion d’essere; forse lasciare quel libro e desiderare il desiderio di un altro; fino a trovarlo; oppure no; non c’era; lo ordino; arriverà in ventiquattrore; o in settantadue; potrò dargli un’occhiata; alla fine lo comprerò; forse lo leggerò; forse no; forse lascerò che il desiderio si congeli per qualche giorno, per settimane, mesi o anni; se ne starà lì, nel posto che gli spetta sullo scaffale giusto, e ricorderò sempre in quale libreria l’ho comprato e quando.

10. Io ero di Nick Fibonacci

Io ero: recensione

Io ero di Nick Fibonacci

Io ero (2020) di Nick Fibonacci è un romanzo autobiografico che ripercorre il vissuto del protagonista che, a metà degli anni ’80, incontra il mondo dell’estasi artificiale delle droghe e degli eccessi in ogni sua forma.

Il libro è una sorta di diario intimo che lo scrittore offre al lettore per raccontargli di una vita vissuta e col senno di poi calpestata e stropicciata che oggi lo ha condotto ad una nuova consapevolezza di ciò che ha perso e ciò che poteva perdere.

Questa lista vi offre diversi viaggi, diverse mete e modi da scoprire, spetta solo a voi scegliere in quale storia immergervi.

Buona lettura!

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