Nelo corpo della voce recensione

Nel corpo della Voce: l’antologia con i quattro poeti irpini

Dite la verità: preferireste, sulla bacheca Facebook, che un vostro amico intellettuale posti un pensiero chiaro e definito di una sua impellente incazzatura o, piuttosto, lo ammirereste di più se pubblicasse le ragioni della sua rabbia attraverso dei versi poetici che lascino intravedere una certa dose di stile, reprimendo così uno sfogo più diretto se non volgare?

Probabilmente non fatichereste a scegliere la prima opzione ed è normale.

Mettiamoci la curiosità, la fretta del manovrare così bene il feed, la voglia di chiarimenti netti e precisi, o più che altro la svogliatezza di andare a comprendere “tra le righe” ciò che il vostro amico stia realmente cercando di spiegarvi, inteso in versi, in una metrica.

Perché in fondo sforzarsi di capire la sua filosofia con un intreccio di rime e periodi smozzati?

Di sicuro se sfogliassimo la raccolta di poesie Foglie d’Erba del poeta americano Walt Whitman, concentrandoci, ci accorgeremmo della sua linea di pensiero, anche se non sempre espressa con chiarezza, semplicemente studiando le sue parole, e ne verrebbe fuori comunque un’incazzatura rivolta sì con un certo stile, così soave da sembrare incanto, ma ciò non toglierebbe che in fondo la sua ira somiglierebbe molto a quella del vostro amico, se tradotta in ermetici sentimenti condivisi.

Tutto sta, dunque, nel sapersi far comprendere, ma con garbo, magari facendosi accettare con uno sfogo poetico.

Ma si sa che tutto ciò risulterebbe troppo difficile, dispendioso per noi che non abbiamo mai tempo, che non ci concentriamo bene su ciò che potrebbero rappresentare davvero un verso, un libro, una foto d’autore, un componimento di musica classica, un romanzo, una poesia.

E a proposito di poesia, nella prefazione all’antologia poetica Nel Corpo della Voce (Controluna), la professoressa Elena Deserventi ha espresso con chiarezza quanto sia stato importante il suo compito nel dover svelare i misteri che dei versi possono contenere, nella musicalità di un periodo, di una “stanza”, come anche negli orifizi che corrono tra una pausa e l’altra, nella capacità filosofica non sempre chiarissima che un autore vuole cercar di far capire e che, eppure, stringe ancora nel suo pugno, indeciso sul da farsi.

E’ così difficile comprendere una poesia?

Antologia poetica: recensione

Antologia poetica

Elena Deserventi ha iniziato proprio così il suo percorso, il suo compito in questo universo parallelo, “social”, che porta il nome di Facebook, e che molto spesso nasconde più insidie che piaceri. Inchiniamoci, intanto, al pensiero di Umberto Eco, riguardo il mondo social, e l’affermazione che anche un” imbecille”, oggi nel web,  possa sentirsi nel diritto di parola quanto lo potrebbe essere un premio Nobel. Proprio per questo occorrerebbero salvaguardie, tutele nei confronti di chi, in una giungla di definizioni volgari e lerce, trova il suo rifugio nella comprensione delle sue composizioni, o addirittura nel riconoscimento di un dono indiscutibile.

La missione della prof.ssa Deserventi, quindi,  è stata (ed è) innanzitutto guidare noi lettori nella giusta direzione verso cui una poesia di valore vorrà indirizzarci, e come lei stessa chiarisce il tutto, nella prefazione del libro, ci risulta ancor più semplice poi, saperci misurare con i dieci poeti, ognuno con due poesie pubblicate, e valutarne l’effetto stimolante di un pensiero artefatto, e quanto potrà quest’ultimo impressionarci e in che modo, alla fine, conquistarci.

Ecco cosa ci spiega:

Nelle poesie entrano la realtà del mondo e dell’uomo odierni, con implicazioni negative o positive; la fugacità del tempo e la labilità delle cose umane; la funzione del ricordo, il nostro destino di uomini, l’aspirazione alla libertà, l’amore (e la donna) nelle varie sfaccettature, il desiderio di coinvolgere corpo e anima nel godimento della vita, la bellezza del mito rivisitato e interpretato alla luce di istanze nuove.

Memorizzate bene questi nomi: Federico Preziosi, Maria Gabriella Cianciulli, Armando Saveriano, Davide Cuorvo. Sono i quattro poeti irpini che partecipano con le loro opere nell’antologia “Nel Corpo della Voce”, dando così uno spazio meritevole al nostro panorama, che molto spesso viene misurato con un’identità che non gli appartiene, ma che invece, contiene nella sua autenticità, nei suoi paesaggi, nella sua cultura la giusta sapienza nel saper comunicare in versi, in uno stile che non nasconde, anzi, esalta la carezza che una parola, una composizione in versi, possono far immaginare la ricerca di un compito così responsabile come l’adattamento delle nostre origini nella continuità eterna di una poesia.

Federico Preziosi, originario di Atripalda e docente d’Italiano a Budapest, esprime così i suoi pensieri, nell’entusiasmo della sua partecipazione alla raccolta poetica:

Essere coinvolto in questa iniziativa è stato molto interessante, innanzitutto perché ho sempre pensato che fosse un’ottima idea lanciare un’antologia che raccogliesse alcuni degli autori più meritevoli che si possano trovare su Facebook. Spesso si pensa che da lì non possa nascere qualcosa di buono. Questa è invece un’opera unica nel proprio genere, non è la solita antologia dove i poeti pagano per figurare: rappresenta uno spaccato della poesia odierna che dai social network coltiva l’ambizione di andare tra la gente, attraverso attività che verranno promosse in sedi fisiche.

Il coinvolgimento della prof.ssa Elena Deserventi nasce dalla sua frequentazione di due gruppi Facebook che ospitano numerosissimi poeti contemporanei italiani, molto spesso pochissimo conosciuti ma non per questo meno capaci di altri, Poienauti e Versipelle, in cui ha iniziato il piacevole compito di commentare le opere pubblicate, delucidando così il lettore che si accingeva a leggere i versi e cercare di capirne il senso. Da qui quindi l’idea di una pubblicazione in cartaceo, dove il compito è proseguito ma in cui, bisogna pur dirlo, una realtà parallela come quella dei social ha preso finalmente il sopravvento sulla realtà, coinvolgendo in essa i suoi protagonisti, donando loro la capacità di confrontarsi a tutto spiano con l’autenticità e non con il fittizio, l’inutile inettitudine dei finti educatori, moralisti.

Giuseppe Cerbino, uno dei massimi cultori di poesia e amministratore del gruppo Poeti Italiani del ‘900 e Contemporanei, cura la postfazione e ci illumina con la capacità di farci comprendere l’importanza di quanto un’opera simile possa influire sul panorama culturale italiano, in quella spesso difficile realtà che racchiude personalità molto spesso interessanti, ma già dimenticate ancor prima di essere scoperte, ed è proprio per questo che il progetto Nel Corpo della Voce farà una sorta di tour promozionale, portando i suoi autori tra la gente, e non nascosti dall’apparente sicurezza di uno schermo piatto.

Il poeta salernitano Alfonso Gatto, scomparso nel 1976, amato da Montale e Pasolini, diceva:

Poco può il poeta per l’intelligenza dell’opera sua: là è soltanto la sua chiarezza.

Carmine Maffei

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