omosessuali

Candelora, femminielli e fedeli
da Mamma Schiavona

Anche quest’anno si rinnova la Juta a Montevergine, la tradizionale processione della Candelora suggestiva anche per la presenza dei femminielli che si ritrovano ogni anno di fronte al santuario, per onorare Mamma Schiavona che tutto perdona.

La festa della Candelora, una manifestazione che mescola in maniera perfetta il sacro al profano e che si rinnova ogni anno a Montevergine il 2 febbraio, coinvolge e attira però persone di tutte le età, estrazioni sociali e gusti sessuali.

Tale rito richiama da ogni angolo della Campania non solo i femminielli ma anche migliaia di fedeli e curiosi che a quaranta giorni dal Natale sfidano il freddo e la pioggia raggiungendo a piedi il santuario della Madonna Schiavona per chiedere la purificazione per sè e per i propri cari. All’aspetto religioso della festa della Candelora, così chiamata perché secondo l’usanza ebraica  una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al tempio per purificarsi stringendo una candela tra le mani,  si lega il rito pagano e folkloristico della “Juta dei femminielli” verso il santuario della Madonna Schiavona. Quindi, alle comitive di omo e transessuali, capitanati da Vladimir Luxuria che ieri ha ricevuto anche la cittadinanza onoraria di Ospedaletto per il suo impegno contro le discriminazioni sessuali, si mischiano ogni 2 febbraio sul sagrato del santuario anche molti fedeli legati al culto di Mamma Schiavona che ogni anno ritornano al santuario per intonare al ritmo della tarantella canti di ringraziamenti alla Madonna.

Abbiamo raccolto per voi proprio le testimonianze dei fedeli che questa mattina erano assiepati nella stazione della funicolare di Mercogliano.

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