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Gino Cusano è la memoria storica di Ariano

“Gino Cusano, la Lega, non ha mai, e voglio sottolineare la parola mai, pensato di allearsi con il Partito Democratico. Però Gino Cusano, che è il rappresentante della Lega, nella tornata del ballottaggio ha deciso di utilizzare un percorso”.

Parte così l’appassionato intervento di Gino Cusano in Consiglio comunale per replicare agli attacchi di Giovanni La Vita, espressione del Pd, che puntava a fare emergere le contraddizioni interne alla Giunta del sindaco Franza, avallata anche dal Carroccio.

Gino Cusano conosce molto bene la storia di Ariano e ricorda a tutti che solo qualche anno fa i dirigenti di Forza Italia (il suo sguardo è rivolto a Domenico Gambarcorta, vice segretario regionale di Forza Italia) proposero la candidatura a sindaco di Gaetano Bevere (all’epoca segretario del Pd sul Tricolle).

L’intervento di Cusano mette in imbarazzo più di un consigliere del Pd e di Forza Italia, espressioni di un patto del Nazareno che qui in Irpinia è ancora d’attualità.

“È la prima volta – continua Cusano- ed io faccio politica da oltre venti anni, che sento parlare di affetto per le questioni ideologiche in Consiglio comunale”.

Ed ha ragione Gino perché i consiglieri comunali li eleggono i cittadini, non i dirigenti di partito. Il voto nei Comuni, anche in quelli medio-grandi come Ariano, è un voto dato alla persona non al partito. Le elezioni amministrative o, meglio, civiche, non possono essere paragonate a quelle nazionali o regionali. Le amministrative premiano non il partito ma le singole persone candidate in questa o quella lista; non il programma e l’ideale alto di questa o quella coalizione, ma il radicamento e la popolarità del singolo candidato.

E Gino ad Ariano Irpino è popolare ed amato. Ed è giusta, quindi, partendo da queste dovute premesse, anche l’autonomia rivendicata da Cusano nella sua azione amministrativa.

“Io -conclude il buon Gino- sono di centrodestra. Ho preso l’impegno di formare questo governo e lo porto fino in fondo. Io ho preso un impegno anche con la Lega e lo rispetto, ma prima della Lega viene il popolo, viene Ariano”.

Bravo Gino, bene Ariano. Tutto il resto sta tra il castello in aria e l’agitazione per l’agitazione, destinata se mai ad accrescere, a breve e lunga scadenza, le frustrazioni degli sconfitti.

Luca Cipriano agita la questione morale

“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un ‘boss’ e dei ‘sotto-boss’.  Tutte le ‘operazioni’ che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti”.

Così come ieri Berlinguer parlava dei partiti – Dc e Psi soprattutto – che governavano l’Italia da decenni, per contrapporre a quella politica degenerata la “pulizia” del Pci (che pure, bisogna dire, da tempo non era immune dagli stessi vizi); oggi Cipriano agita la questione morale all’interno della città di Avellino e del Partito Democratico che dei comunisti italiani ha raccolto l’eredità.

“La questione morale è un tema di attualità nella città di Avellino come nella Politica. Non si può trattare come claim pubblicitario da utilizzare o agitare come clava contro l’avversario di turno. È un obiettivo alto, serio, ed è un punto di partenza e non di arrivo. e il punto di partenza è dato dalla qualità delle persone che si coinvolgono, dalle proposte che si fanno, dal merito che è indispensabile per fare emergere chi vale”.

E se è vero che oggi la definizione di “macchina di potere e di clientela” si adatta bene anche al Partito democratico, ecco che la questione morale ritorna a essere un tema di attualità anche nella città di Avellino. Da qui la sfida di Cipriano a tutti coloro che fanno le pulci ai nomi presenti nelle liste.

“Fare le pulci ai nomi delle liste è davvero ridicolo. In ogni lista ci sono nomi più noti e meno noti. Sfido chiunque a dimostrare il contrario, sfido chiunque a dire che hanno le liste completamente vergini e immacolate. Io rispondo per le liste civiche che mi sostengono, che ho costruito, dove ci sono 64 persone alla prima esperienza politica e 26 giovani sotto i 40 anni nelle liste Mai + e Avellino +. Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno può cambiare completamente la classe dirigente ma con Luca Cipriano sindaco una nuova classe dirigente ha quantomeno l’occasione di provare a governare Avellino”.

Cipriano: «La mia forza i giovani,
non De Mita»

Luca Cipriano, fondatore dell’associazione “Ossigeno”, in occasione dell’iniziativa “Emigrazione intellettuale, la grande fuga” prende le distanze da Ciriaco De Mita e rimarca la propria vicinanza alle nuove generazioni.

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