poesia

“Oltre la frontiera”, la raccolta del poeta della cordialità Giovanni Moschella

Nella produzione poetica di Giovanni Moschella c’è tutto l’esito di un rapporto pieno tra l’arte e la vita, tra la scrittura e la propria condivisione del mondo, e questa condivisione si manifesta in un’armonia espressiva di notevole coinvolgimento emotivo.

Andare Oltre la frontiera significa ipotizzare e lottare per un mondo nuovo, per un mondo migliore, significa volgere lo sguardo ai grandi mali del mondo, ma anche a quelli del nostro Sud, di Napoli, dell’Irpinia, significa riflettere sull’emigrazione e sul lavoro, che non c’è, sulle difficoltà dell’uomo comune e sui dolori della quotidianità. E proprio perchè Giovanni Moschella è poeta della cordialità, sa porsi di fronte ai tanti problemi del mondo, riviverli, e farli propri sulla base di un’idea filantropica. Un’idea universale che ci accomuna tutti nella condivisione di sentimenti, stati d’animo, dolore e amore.

Spesso -spiega Giovanni Moschella- i poeti quando iniziano a scrivere dichiarano di mettere su carta le loro emozioni.

Ma cosa sono le emozioni? Chi ha riflettuto su quanto le emozioni siano indispensabili al nostro vivere? Elementari nel neonato, come il piacere e il dolore, quanto basta per consentirgli scelte iniziali di sopravvivenza, esse si fanno sempre più raffinate, progredendo con le nostre capacità cognitive, che ad esse sono collegate.

Sono trascorsi diversi anni da quando scrissi la prima poesia “La luce della vita” nel mio diario, ancora studente liceale e già da allora sentivo dentro di me che la necessità di comunicare e di esprimere le mie emozioni, il mio vissuto era molto forte e viva.

La luce della vita

Dopo tanta fatica,

salire in alto

senza che nessuno ti dia una mano…

All’improvviso precipitare,

senza che nessuno

ti aiuti a risalire.

Nel buio della tua stanza

vi è uno sconforto totale;

sai di essere solo,

ma dopo aver perso tutto

e toccato il fondo,

ritrovi te stesso.

Sei arrivato di nuovo in alto

perchè nelle tenebre,

riesci a scorgere

un barlume di luce,

che ora illumina il tuo cammino,

la luce della vita.

Ed eccomi alla mia seconda raccolta di poesie “Oltre la frontiera”, dopo il successo della precedente “I riflessi dell’anima”. Dopo un mio recente viaggio ad Auschwitz e vista la sofferenza delle diverse popolazioni coinvolte, questa nuova raccolta “Oltre la frontiera” è un messaggio di speranza, affinchè un giorno tutte le bandiere del mondo possano sventolare nel vento della pace e le mani di tutti gli uomini, di ogni razza, di ogni colore, di ogni religione possano stringersi in segno di fratellanza e di solidarietà.

L’arte è un faro di speranza e di conoscenza che illumina il percorso stesso dell’umanità, si annullano le distanze geografiche, ci si sente più vicini e uniti.

Giovanni Moschella

Mezzopalco: poesia e contaminazione tra le arti per riscoprire l’oralità classica greca

Mezzopalco sono un trio composto dalle voci narranti di Riccardo Iachini e Toi Giordani e dal beatboxer Johnny Dima. Il loro è un viaggio innovativo, lo potremmo definire una sorta di spettacolo-concerto, in cui a suon di drum and bass, techno, jungle ad hip-hop si fa poesia, riscoprendo un tempo che non c’è più ma a cui dobbiamo tanto.

I temi affrontati dai poeti bolognesi non sono circoscritti solo all’età classica ma danno rilievo a personaggi che sono stati significativi all’interno di movimenti culturali vicini all’oralità, all’uso della parola e al linguaggio come forma d’espressione più ampia rispetto al solo uso verbale.

Il loro modo di fare poesia rappresenta un’innovazione, rispetto anche ai più attuali instapoets cui siamo abituati, perché i testi sono ricchi di contenuti e non sono monotemaci.

Mezzopalco: video

Poeti bolognesi

Impre è il nome dello spettacolo che i Mezzopalco stanno portando in giro per l’Italia e il video che vi abbiamo mostrato è un estratto della performance che si è svolta al Castello D’Aquino di Grottaminarda.

Poetry slam: Vittorio Zollo e la sua poesia performativa

La poesia è morta? No, almeno secondo noi ma, sicuramente, sta cambiando forma. Negli ultimi tempi ci troviamo davanti ad un nuovo modo di poetare, meno elitario e più accessibile a tutti.  Scrivere in versi è un genere letterario come gli altri e, come tutte le modalità di espressione, si modifica e si adatta al proprio tempo.

In che modo sta cambiando la poesia? In modi diversi, sempre secondo la nostra opinione. Pensiamo a Guido Catalano, scrittore e poeta vivente, ad esempio, la sua è una poesia che parla d’amore e lo fa nei bar o pensiamo alla più nota Rupi Kaur, instapoet femminista, arrivata alla fama internazionale attraverso Instagram. I poeti citati mostrano un abito, tra i tanti, che oggi questa forma letteraria sta assumendo perché la poesia, attraverso il poetry slam, è diventata una vera e propria arte performativa.

Abbiamo intervistato Vittorio Zollo, poeta beneventano, che recentemente ha aperto il live di Fabrizio Bosso in occasione di Riverberi. L’artista ci ha spiegato il suo modo di comunicare attraverso questa nuova forma di espressione, illustrandoci meglio questo nuovo scenario.

Poetry slam: che cos’è e come nasce?

Il poetry slam è una competizione poetica, in cui i partecipanti si sfidano a suon di poesie davanti ad un pubblico che, a sua volta, sceglierà una giuria di 5 persone e che deciderà il vincitore della competizione. Oltre ad essere una gara, il poetry slam è una forma poetica, generalmente praticata in luoghi pubblici come bar, piazze o locali. Questa forma d’espressione nasce nel 1984, a Chicago, quando Marc Smith, un operaio di cantiere e poeta, decide di organizzare degli incontri di poesia all’interno di un jazz club della zona.

Nel 1986 Marc Smith incontra Dave Jemilo, proprietario di un noto locale di Chicago, e insieme decidono di organizzare ogni settimana una serata dedicata alla competizione poetica. In breve tempo questa iniziativa si diffonde negli Stati Uniti e nel resto del mondo. È in questo modo che nasce il poetry slam.

Vittorio Zollo: intervista

Vittorio Zollo

Poetry Slam: regole

Per tutte le competizioni esistono delle regole e il poetry slam non è da meno: ecco a cosa deve attenersi uno slammer che intenda partecipare:

  • Esibizione a cappella
  • Iscrizione alla competizione aperta a tutti
  • Assenza di riempimenti musicali, luci o abbigliamento particolari.
  • Libertà d’espressione: si può dire, leggere, scandire o cantare testi su temi liberi
  • Tempo di esibizione da un minimo di 3 minuti ad un massimo di 5 minuti.
  • Lo slammer si esibisce per condividere con il pubblico
  • I giudici devono essere scelti tra la platea
  • Nelle esibizioni nei locali pubblici vale la regola: “un testo detto è un bicchiere offerto”.

«Nun me scuccià»,
la libera interpretazione di Picariello

Maurizio Picariello, noto artista del capoluogo, presenta una versione tutta sua della canzone del grande Pino Daniele.

Il Premio Nazionale di Poesia e Narrativa “Città Conza della Campania”
arriva alla sua V edizione

Il Premio Nazionale di Poesia e Narrativa Città Conza della Campania giunge alla sua quinta edizione. Armando Saveriano, presidente dell’associazione Logopea e Davide Cuorvo, poeta e organizzatore del premio letterario spiegano il significato e il senso intrinseco della poesia del suo cambiamento oggi e di come si svolgerà il premio letterario.

L’Italia che non c’è più

Maurizio Picariello effettua la propria riflessione sui problemi del Paese.

«Il viaggio di un poeta» di Maurizio Picariello

L’arte del poliedrico poeta-itinerante di Avellino.

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