Simone Vignola intervista

Simone Vignola ci parla di Naufrago, il suo ultimo album: l’intervista

Naufrago (7 dicembre 2018) è l’ultimo album di Simone Vignola, cantautore e polistrumentista campano. Già all’età di sei anni inizia a suonare la chitarra e la musica diventa il suo centro e la sua forma d’espressione.

Nel 2008 all’EuroBassDay è premiato come Miglior Bassista Europeo Under 35, nel 2010 al BOSSLoop vince il premio di Miglior Looper Italiano che lo porta ad esibirsi nel 2011 al NAMM a Los Angeles.

Naufrago è un progetto che si discosta artisticamente da quelli precedenti: c’è maggiore attenzione ai testi, che trovano il giusto equilibrio con il sound. Il disco è ideato e prodotto interamente da Simone Vignola non solo come performer e compositore ma anche come producer. La melodia è sempre caratterizzata dalla contaminazione di groove, funk e pop ma c’è una cura maggiore nei testi che rappresentano una sorta di viaggio introspettivo del cantante.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui per comprendere meglio come sia nata l’esigenza ed il mood di Naufrago.

simonevignola

Simone Vignola

1. Come nasce Naufrago?

Naufrago nasce come un album self made, è un lavoro autobiografico. Dal punto di vista artistico questo lavoro è come una presa di coscienza, in cui il naufragio rappresenta una sorta di metafora che vorrebbe porre l’importanza non sul luogo dove ci si trova in un determinato momento ma sulla destinazione.

Naufrago è un album che si differenzia dai lavori precedenti da un punto di vista di focus: c’è un arraggiamento dei testi differente che non è incentrato sul basso.

2. Il tuo pubblico è stato una parte fondamentale per la realizzazione di Naufrago. Hai avuto paura di deluderli, presentando un album più introspettivo e più cantautorale?

C’è stata una grande partecipazione su Musicraiser, piattaforma di crowdfunding musicale, per cui il  mio pubblico ha acquistato il mio album in anteprima. Inizialmente ho avuto il timore di poterli deludere, poi ho pensato che questo sentimento che ha spinto i miei amici a partecipare a questo progetto sia stato mosso nei confronti dell’artista e non finalizzato alla mera realizzazione dell’album. Da questo punto di vista non potevo deluderli perché non mi hanno chiesto niente e questa è una cosa che reputo bellissima.

3. Qual è l’urgenza espressiva che ti ha portato alla realizzazione di quest’album?

Naufrago nasce con il desiderio di arrivare ad un pubblico più ampio, parlando di emozioni perché credo che chiunque possa immedesimarsi nel mood delle mie canzoni.

Naufrago copertina

Naufrago copertina

4. Chi è il naufrago a cui hai dedicato il nome del tuo album e un brano all’interno del disco?

Il naufrago in questo contesto è colui che prende coscienza di essersi perso e riesce a sfruttare tutto ciò che ha imparato nel suo passato e che non è riuscito a mettere in pratica. Attraverso questo processo riscopre emozioni e ricordi sopiti che riescono a fargli superare la condizione di naufrago.

5. In alcuni testi di Naufrago affronti il tema del viaggio inteso come percorso interiore.

Il viaggio di cui parlo nei miei testi ha un significato metaforico perché è un percorso che non ci porta ad una meta fisica ma rappresenta un punto d’arrivo individuale e introspettivo a cui, prima o poi, ciascuno di noi giunge. Il focus non è il punto d’arrivo ma tutte quelle serie di circostanze che ci hanno spinti in quella direzione.

6. In naufrago si percepisce un mood malinconico. Concordi con questa impressione?

Sì, è vero. Nell’album c’è una vena malinconica che mi appartiene più come persona che come artista. Attraverso l’artista esprimi, inevitabilmente, ciò che sei a livello umano. La malinconia che si percepisce non la so spiegare perché fa parte di me e non riesco ad analizzarla.

7. L’amore è un altro tema ricorrente all’interno dei testi di Naufrago.

L’amore per me rappresenta la vitalità dell’essere umano, ritornando al discorso della meta per me il punto d’arrivo è sempre qualcosa di interconnesso con l’amore. Questo sentimento ha una potenza tale che riesce a spingerci oltre i nostri limiti, evitandoci la monotonia di una vita piatta e schematica.

L’oggetto o il soggetto amoroso lo intendo in senso ampio: può essere per una donna, una figlia o una cosa come la musica. Io identifico l’amore come una fiamma che ci spinge a muoverci in modo non scontanto, che ci sorprende ed è in grado di farci scoprire lati di noi stessi che a volte ignoriamo.

Chi ama ha coraggio perché decide di lasciarsi andare, esprimendo i propri sentimenti nel mondo reale perché oggi è più semplice farlo nel mondo virtuale e social. Ho come la sensazione che oggi nel mondo reale non ci sia quasi più bisogno di esprimere l’amore e credo che da questo punto di vista dovremmo fare un passo indietro.

8. Un mondo per me è un brano che parla di speranza, di futuro e di diversità. Siamo diversi da chi? Siamo diversi da cosa?

Credo che ciascuno di noi si senta unico e diverso, oggi bisognerebbe capire dove si trova e com’è collocata la normalità. Un mondo per me è un testo in cui parlo di accettazione della diversità come un modo per poter vivere meglio. Siamo tutti diversi e ciò non deve avere un’accezione negativa, non è qualcosa che ci limita ma che ci caratterizza.

9. Qual è il leitmotiv di Naufrago?

Musicalmente è il funk invece dal punto di vista testuale è la voglia di sfuggire da determinati paletti che ci sono nella nostra società. Il naufragio rappresenta proprio questo processo: quello di uscire dagli schemi, avendo il coraggio di andare controcorrente.

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