Dopo tre anni di assenza dovuti all’indisponibilità della struttura, il Teatro 99 Posti ritorna con l’inaugurazione della nuova stagione teatrale.
Sabato, 14 settembre, dalle ore 18:00 il teatro aprirà le sue porte, per brindare al suo ritorno nella piccola sala di Mercogliano e per presentare la nuova stagione teatrale.
All’evento verranno presentati dettagliatamente i laboratori, le rassegne teatrali, i corsi di danza contemporanea e le altre attività didattiche e d’intrattenimento che si svolgeranno durante l’anno.
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Due prodotti agroalimentari entrano a far parte dei PAT della Campania
Il cannolo irpino e l’antico bignè di Solofra entrano a far parte dei PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) della Campania.
Le due specialità tipiche entrano nella lista di quei prodotti artigianali, legati alla tradizione contadina che rappresentano un’eccellenza del territorio campano.
I prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) sono dei prodotti che vengono inclusi in un apposito elenco, istituito dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali con la collaborazione delle Regioni.
PAT campani
I PAT campani attuali sono 457 e ve ne elenchiamo alcuni tra i più i rinomati:
- Cioccolato al limoncello
- Fragolino
- Liquore al tartufo nero
- Liquore concerto
- Liquore crema di limone
- Liquore di amarene
- Liquore gelse rosse
- Liquore di mandarino dei Campi Flegrei
- Liquore di mirtillo
- Liquore al finocchietto
- Liquore nanassino
- Nespolino
- Nocillo
- Sciroppo di arancia bionda
- Sidro di mela limoncellla
- Vino cotto
- Ammugliatielli
- Braciola di capra di Siano
- Busecchia-mammella di vacca, busecchia
- Capicollo
- Capicollo di Ricigliano
- Carne bufalina
- Carne di bovino podolico
- Carne di suino di razza casertana
- Carne ovina di Laticauda
- Cervellatine
- Cicoli
- Coniglio di fosso dell’Isola d’Ischia
- Fegato con la zeppa
- Filetto di Vairano Patenora
- Filettone di Vairano Patenora
- Fiocco di prosciutto
- Fleppa
- Gelatina di maiale
- Mozzariello
- Nnoglia di maiale
- Nzogna
- Orvula
- Pancetta arrotolata
- Pancetta tesa
- Prosciutto di Casaletto
- Prosciutto di monte
- Prosciutto di Pietraroja
- Prosciutto di Rocchetta
- Prosciutto di Trevico
- Prosciutto di Venticano
- Salame Napoli
- Salame di Mugnano
- Salsiccia
- Salsiccia affumicata
- Salsiccia del Cilento
- Salsiccia del Vallo di Diano
- Salsiccia di polmone
- Salsiccia fresca a punta di coltello
- Salsiccia r’ ‘poc
- Salsiccia rossa di Castelpoto
- Salsiccia sotto strutto
- Salsiccia sotto strutto di Vairano Patenora
- Samurchio
- Soppressata del Cilento
- Soppressata del Sannio
- Soppressata del Vallo di Diano
- Soppressata di Gioi Cilento
- Soppressata di Ricigliano
- Soppressata irpina
- Bebè di Sorrento
- Bocconcini alla panna di bufala
- Burrini e burrata di bufala
- Caciocavallo affumicato
- Caciocavallo del Matese
- Caciocavallo di bufala
- Caciocavallo di Castelfranco
- Caciocavallo irpino di grotta
- Caciocavallo podolico
- Cacioricotta caprino del Cilento
- Caciotta di capra dei Monti Lattari
- Caciottina canestrata di Sorrento
- Caprino conciato del Montemaggiore
- Caso conzatoù
- Casomaturo del Matese
- Csoperuto e marzolino
- Casuforte di Statigliano, cacioforte, casoforte
- Casu re pecora del Matese
- Fiordilatte
- Formaggio caprino del Cilento
- Formaggio duro di latte di pecora, capra, vacca
- Formaggio morbido del matese
- Juncata
- Manteca
- Manteca del Cilento
- Mozzarella nella mortadella
- Pecorino del Monte Marzano
- Pecorino bagnolese
- Pecorino di Carmasciano
- Pecorino di Laticauda
- Pecorino fresco stagionato
- Pecorino di Pietraroja
- Pecorino salaprese
- Provola affumicata
- Provola affumicata di bufala
- Provolone
- Riavulillo
- Ricotta di fuscella di S. Anastasia
- Scamorza
- Scamorza di bufala
- Scamorzini del Matese
- Scamosciata
- Stracciata
- Stracciata del Matese
- Treccia
- Burro di bufala
- Olio extravergine di oliva Sannio caudino telesino
- Olio extravergine di oliva Sannio colline beneventane
- Aglio dell’Ufita
- Albicocca vesuviana
- Amarene appassite dei Colli di S. Pietro
- Arancia di Pagani
- Arancia di Sorrento
- Broccolo del Vallo di Diano
- Broccolo di Paternopoli
- Broccolo friariello di Napoli
A questa lunga lista si aggiungeranno anche il cannolo irpino e l’antico bignè di Solofra.
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Ci vuole orecchio è un viaggio nel mondo musicale di Enzo Jannacci
Venerdi 2 dicembre, e in replica sabato 3 e domenica 4 dicembre va in scena “Ci vuole orecchio”, un viaggio nel mondo musicale del cantante-chirurgo milanese Enzo Jannacci.Protagonista un altro milanese doc Elio (voce della storica band Elio e Le Storie Tese) che canta e recita il “poetastro”, come amava definirsi.Con la regia, e drammaturgia, di Giorgio Gallione e gli arrangiamenti musicali di Paolo Silvestri, in scena ad accompagnare Elio troviamo: Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono e Giulio Tullio al trombone.Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente.Enzo Jannacci è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale.“Roba minima”, diceva Jannacci: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente.Un Buster Keaton della canzone, nato dalle parti di Lambrate, che verrà rivisitato, reinterpretato e “ricantato” da Elio.Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, troveremo assieme a Elio cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un’insolita e bizzarra carovana sonora.A loro toccherà il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Umberto Eco a Dario Fo, da Francesco Piccolo a Marco Presta, a Michele Serra.Uno spettacolo giocoso e profondo perché “chi non ride non è una persona seria”.Uno spettacolo un po’ circo un po’ teatro canzone, dove una band di cinque musicisti, grazie agli arrangiamenti di Paolo Silvestri, permetterà ad Elio, filosofo assurdista e performer eccentrico, di surfare sul repertorio dell’amato Jannacci, nume tutelare e padre putativo di quella parte della storica canzone d’autore che mai si è vergognata delle gioie della lingua e del pensiero o dello sberleffo libertario, e che considera il Comico, anche in musica, non come un ingrediente ciecamente spensierato ma piuttosto un potente strumento dello spirito di negazione, del pensiero divergente che distrugge il vecchio e prepara al nuovo. Sovversione del senso comune, mondo alla rovescia, ludica aggressione alla noia e ai linguaggi standardizzati e che, contemporaneamente, non teme di creare disagio o generare dubbi.Dichiara Elio:Ci vuole orecchio” non è un omaggio, ma una ricostruzione di quel suo mondo di nonsense, comico e struggente (…)È un viaggio dentro le epoche di Jannacci, perché non è stato sempre uguale: tra i brani c’è La luna è una lampadina, L’Armando, El purtava i scarp del tennis, canzoni che rido mentre le canto. Ne farò alcune snobbate, Parlare con i limoni, Quando il sipario calerà. Perché c’è Jannacci comico e quello che ti spezza il cuore di Vincenzina o Giovanni telegrafista, risate e drammi. Come è la vita: imperfetta. E nessuno meglio di chi abita nel nostro paese lo sa.Così, nel panorama infinito delle figure che abitano l’universo Enzo Jannacci trovano posto anche personaggi dolenti, clown tristi e inadeguati che spesso inciampano nella vita. Lo spettacolo sarà perciò un viaggio in questo pantheon teatralissimo, dove per vivere “ci vuole orecchio” e dove, da saltimbanchi si vive e si muore… Opla! -
Napoli with love, concerto speciale di Noa, con Gil Dor e il Solis string quartet
Achinoam Nini Barak, in arte Noa, cantante israeliana da tempo regina di una musica senza più confini, Gil Dor da sempre suo chitarrista e direttore musicale, il Solis string quartet, affermato ensemble di archi che con i due collabora attivamente da più di quindici anni, presentano questo concerto inedito, dalla scaletta creata ad hoc per l’occasione.
Una serata dove l’arte e lo spessore di Noa si fondono con la maestria e la visione degli archi del Solis string quartet, con arrangiamenti raffinati e originali, in cui il rispetto delle tradizioni si coniuga alla ricerca musicale.
Il concerto di Napoli sarà diverso rispetto alle altre tappe del tour, che andrà oltre i confini di genere musicale e della lingua, capace di parlare al cuore delle persone e di emozionarle, creando un punto di contatto tra di loro. Un omaggio alla Canzone partenopea unita alla capacità di sperimentare di un’artista che, in trenta anni di attività, ha saputo attraversare stili e argomenti, sempre in perfetta armonia tra di loro.
Un mare di musica e di sogni, un mare di speranze e suggestioni, un concerto di forti emozioni che lascia spazio a tutte le passioni.
Compongono il Solis string quartet i violinisti Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio, il violista Gerardo Morrone e il violoncellista Antonio DI Francia.
Sabato 2 aprile, alle 21, il Trianon Viviani – teatro della Canzone napoletana ospita una speciale serata di musica di Noa in To Napoli with love.
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