Teatro II di Sergio Blanco

«Il mio lavoro è mentire la verità»: questa frase ben definisce l’operazione che compie Sergio Blanco in questi cinque testi, uniti dal concetto da lui sviluppato di autofinzione: l’autobiografia come canovaccio per continue invenzioni e reinvenzioni di sé, in una sfida all’attendibilità della memoria, in una sorta di cronaca-documento della propria vita che mescola il vissuto probabile all’esistenza inesistente.

La morte del padre, la sessualità violenta, il terrorismo, la ricerca dell’amore e della vita nell’arte, come in un autoritratto allo specchio, dove ogni piano riflette l’altro in un rimando continuo alla finzione e alla realtà dell’Io, sono i temi portanti dei quattro testi, che vedono per protagonisti lui stesso e figure legate alla sua vita: la sorella, Joan Brossa, i suoi collaboratori, il suo medico, i suoi amanti, in un turbinio di realtà e fantasia, dove il fine ultimo è confondere lo spettatore, spesso ignaro se si tratti di realtà, possibilità, probabilità o finzione.

Teatro II di Sergio Blanco

Teatro II di Sergio Blanco

Sergio Blanco: biografia

È un drammaturgo e regista teatrale franco-uruguaiano.

Ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a Montevideo e vive attualmente a Parigi.

Dopo aver realizzato studi di filologia classica ha deciso di dedicarsi interamente alla scrittura e alla regia teatrale.

Le sue opere hanno ricevuto diversi riconoscimenti, tra i quali il Premio Nacional de Dramaturgía del Uruguay, il Premio de Dramaturgía de la Intendencia de Montevideo, il Premio del Fondo Nacional de Teatro, il Premio Florencio al Miglior Drammaturgo, il Premio Internacional Casa de las Américas e il Premio Theatre Awards al Miglior Testo in Grecia.

Nel 2017, per Tebas Land ha ricevuto il prestigioso British Award Off West End a Londra, premio bissato nel 2021 con L’ira di Narciso.

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