Mercoledì 12 gennaio, alle 21:00, parte “Terræmotus Neapolitan Talent” (Tnt), il contest alla ricerca delle nuove voci napoletane.
Nell’idearlo, il direttore artistico Marisa Laurito ha preso spunto nel titolo dal grande movimento artistico-culturale promosso da Lucio Amelio.
Con la regia di Bruno Garofalo e la conduzione di Gennaro Monti, ogni mercoledì sera, fino alla fine di aprile, giovani artisti si alterneranno sul palco del Trianon Viviani giudicati da una giuria qualificata, che, nella valutazione, considererà anche il consenso o il dissenso del pubblico presente.
I due talenti più esplosivi – come l’acronimo “Tnt” suggerisce, lo stesso che indica il tritolo – saranno inseriti nella compagnia Stabile della Canzone napoletana del Trianon Viviani.
Per le prime serate il teatro ha già effettuato un provino selettivo, ma lascia aperta la possibilità di presentare candidature entro il 25 gennaio prossimo.
Per partecipare occorre inviare, all’indirizzo casting@teatrotrianon.org, una traccia audio in formato mp3 e/o un paio di links di una performance canora, due foto a colori, di cui una a figura intera, e il curriculum vitæ aggiornato.
Nell’email il candidato deve anche specificare se si presenterà con una base su chiavetta usb o accompagnato da uno o, al più, due strumenti, nonché il titolo o i titoli dei brani che si intendono interpretare. Di questi ne verrà individuato uno dalla Direzione.
Tutte le serate di Tnt sono a ingresso gratuito, fino a esaurimento dei posti disponibili.
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Antonio Sorrentino “canta ancora” al Trianon Viviani
“Lo Scugnizzo elegante” è il titolo della serata d’onore dedicata ad Antonio Sorrentino, che si terrà domani, venerdì 28 ottobre, alle 21, al Trianon Viviani.
A distanza di ventiquattro anni dalla prematura scomparsa, è ancora vivo il ricordo di questo artista di Forcella. Questa serata – nata in collaborazione con il comitato Rinascita di Forcella – non vuole commemorare Antonio, ma ricordarlo, da protagonista, in un vero spettacolo, proprio nel teatro del suo quartiere.
Tanti colleghi e amici lo racconteranno e interpreteranno le canzoni del suo repertorio, con il contrappunto della proiezione di video che ripercorreranno le fasi salienti della sua intensa seppur breve carriera, che aveva debuttato, a soli sette anni, nella compagnia di Nino Taranto, Rosalia e Beniamino Maggio, per poi affermarsi sulla scena musicale e teatrale.
L’omaggio si aprirà con l’ascolto di un brano inedito, recentemente ritrovato, interpretato dallo Scugnizzo elegante: Canto ancòra dello stilista e autore Sally Monetti.
Con la conduzione di Tiziana De Giacomo, parteciperanno Romeo Barbaro, Angelo Di Gennaro, Tony Faiello, Mario Maglione, Francesca Marini, Massimo Masiello, Ciccio Merolla, Antonella Morea, i Paese mio bello (l’ensemble costituito da Lello Giulivo, Gianni Lamagna, Anna Spagnuolo e Patrizia Spinosi, con Michele Bonè e Paolo Propoli), Ida Rendano, Gino Rivieccio, Brunella Selo, Maddalena Sorrentino e Marco Zurzolo, con Sal Esposito, Giovanni Pelella e gli Allerija. Interverranno Renato Marengo e Gino Aveta. L’orchestra Sud in sound sarà diretta da Aniello Misto e Gennaro Franco.
Completano la locandina della serata, organizzata da Jesce sole, la direzione artistica di Peppe Ponti, la regia di Pino Sondelli e la supervisione generale di Claudio Niola. La realizzazione televisiva è curata da Sud promotion di Maurizio Palumbo. L’illustrazione è di Petra Scognamiglio.
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Al Trianon Viviani, il mondo femminile infinito con “Donne ∞ Voce ‘e femmene”
Donne ∞ Voce ‘e femmene, spettacolo musicale di Maurizio Palumbo in prima assoluta, con Maria Boccia, Francesca Curti Giardina, Raffaella De Simone, Margherita Marinelli, Mavi, Teresa Rocco, Sara Russo e Daniela Sponzilli e con Giusy Soviero – giovedì 14 e venerdì 15 aprile, ore 21:00 al Trianon Viviani.
L’infinito mondo femminile è al centro di Donne ∞ Voce ‘e femmene, lo spettacolo musicale che vede la partecipazione di otto artiste: Maria Boccia, Francesca Curti Giardina, Raffaella De Simone, Mavi, Margherita Marinelli, Teresa Rocco, Sara Russo e Daniela Sponzilli.
Ogni interprete eseguirà un paio di canzoni napoletane, scelte nel repertorio tradizionale e contemporaneo, come L’urdema tarantella di Libero Bovio ed Ernesto Tagliaferri o Vasame di Enzo Gragnaniello.
Spiega l’autore e regista Maurizio Palumbo:
Lo spettacolo è un viaggio pensato e scritto per e sulla donna , in un contrappunto tra canzoni e momenti di riflessione, per ricordare, come affermava Shakespeare, tutte le violenze consumate sulla sua figura, tutte le umiliazioni che ha subìto, o ancora lo sfruttamento del suo corpo e la sua intelligenza calpestata nei secoli.
Nel finale, tutte le cantanti, con Giusy Soviero, interpreteranno Io non ci sto, una vera e propria denuncia e ribellione alla violenza sulle donne, una canzone inedita con testo di Maurizio Palumbo e musica dello stesso Palumbo con Aniello Misto e Gennaro Franco, che hanno anche curato gli arrangiamenti e la direzione musicale.
Prodotto da Sud Promotion, con le coreografie di Ettore Squillace, in Donne ∞ Voce ‘e femmene suonano Antonio Mambelli (batteria), Aniello Misto (basso e contrabbasso), Gennaro Franco (pianoforte e tastiere). Sasà Dell’Aversano (chitarre), Anna Rita Di Pace (violino) e Marco Misto (percussioni). I coristi sono Daniele Di Rosa, Denise Corallo, Claudia Mosca e Chiara Quartuccio.
Direttore della fotografia e luci Gianluca Sacco, ingegnere del suono e fonico Daniele Chessa, direttore di produzione Costantino Petrone, fonico di palco Stefano Cammarota. Service audio e luci Emmedue.
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La donna è mobile di Vincenzo Scarpetta al Trianon
Portata in scena per la prima volta nel 1918, La donna è mobile è una commedia-parodia musicale in quattro atti.
L’azione è sorretta e arricchita da monologhi, duetti e terzetti musicati e cantati, presentati come parodie di famose arie di opera lirica.Il panorama musicale dell’Ottocento romantico viene ampiamente rivisitato grazie alla riscrittura comico-grottesca e alla rielaborazione dei testi. Si tratta di un’originale e particolare tessitura musical-drammaturgica che, pur partendo dai canoni del tradizionale stile scarpettiano, si distingue per l’impianto fortemente corale.
Qui la commedia dialettale incontra la parodia dell’opera lirica, grazie alla capacità dell’autore di attraversare diversi registri e canoni essenziali della tradizione teatrale napoletana del tempo.Si va da Rigoletto e La Traviata di Verdi a Cavalleria rusticana di Mascagni, da Guglielmo Tell di Rossini a La Bohème di Puccini. Non mancano deliziose citazioni dell’operetta e rielaborazioni parodiche di grandi successi di inizio Novecento per finire con marce e balletti composti dallo stesso Vincenzo Scarpetta.
La donna è mobile: la trama
Nella Napoli degli anni Venti la vecchia nobiltà vive il suo crepuscolo e l’alta borghesia è in piena crisi economica dopo l’euforia borsistica d’inizio Novecento. La nobile Giulietta, rampolla di casa Sazio, aspira a un matrimonio con un uomo ricco e d’alto lignaggio. Don Ignazio, suo padre, cerca di accontentarla nei suoi capricci e la lascia giocare con i sentimenti dello squattrinato Eugenio Fiorillo, un trovatello beneficato dal Barone Don Ambrogio, e del ricco ma per nulla avvenente Baroncino Turzi.
Giulietta, preda del suo arrivismo, cede alle lusinghe del Turzi e si prepara ad accasarsi come baronessa. Grazie ad alcune lettere ritrovate in una vecchia poltrona, Eugenio scopre di essere figlio legittimo ed erede universale di Don Ambrogio. Per vendicarsi si finge il ricchissimo principe indiano Kitikuti facendo intendere alla compiaciuta Giulietta che vuole sposarla.Con l’aiuto di Ferdinando il dottore, Luisella la fruttivendola, Pascale il pescivendolo e i tre servitori Felice, Vincenzo e Salvatore, organizza una festa-beffa ai danni di Giulietta e di tutti i suoi sodali.
V’ ‘a dongo comme sta ma vi dichiaro, per evitarvi grattacapi e impicci, dovrete secondare i suoi capricci, ne avit’ ‘a fa’ passa’! M’ha fatto tribula’ na vita intera, pe’ contentarla, pe’ nun ‘a senti’.Francesco Saponaro spiega così lo spettacolo:
La donna è mobile ci ha permesso di giocare con molti codici e stili grazie ad affioramenti espressivi che aprono a diversi generi oltre quello germinativo della commedia-parodia in musica da cui siamo partiti.
Destreggiandosi in un nugolo di personaggi che ricalcano gli echi della più nota drammaturgia scarpettiana, Vincenzo Scarpetta ci offre una raffinata e umoristica critica della società del suo tempo che in realtà non è affatto lontana dalla nostra. Giocando con equivoci e malintesi, travestimenti e lotte di classe, inseguendo l’amore e il danaro, è il riscatto sociale pacifico e scaltro – tutto arte della scena e teatro – ad avere la meglio. Gli ultimi gabbano i prepotenti che perdono le loro infauste e stolide imprese. Almeno a teatro è così.
Si intravedono ne La donna è mobile echi di Petito e Marulli, il lirismo vibrante di Viviani e qualche sfumata complessità dai risvolti pirandelliani. Più a fuoco, naturalmente, le linee moderne della comicità di Titina, Peppino ed Eduardo. In musica il gioco è pirotecnico.Grazie al sodalizio con gli artisti coinvolti e con il maestro Mariano Bellopede la musica guida il tessuto emotivo della messa in scena e libera suggestioni che viaggiano ben oltre il confine partenopeo.
Vincenzo Scarpetta era un artista raffinato e, seguendolo, abbiamo scoperto che la partitura può essere contaminata dal guizzo nomade del napoletano curioso; dagli States al Sud America, dal Mediterraneo all’Estremo Oriente.
Il copione de La donna è mobile è una brillante promessa di teatro. Ce lo restituisce il lavoro fondamentale di Maria Beatrice Cozzi Scarpetta, custode del suo archivio e curatrice dei testi e dei materiali che oggi possiamo leggere ed apprezzare.
Abbiamo lavorato nel rispetto del testo senza dimenticare di interrogarci sul presente, su come alcune linee melodiche, sfumature linguistiche, azioni, segni distintivi o oggetti possano anche subire un cortocircuito con i modelli del teatro contemporaneo.
Questa interpunzione o contrappunto, di relazione fertile con la memoria, produce il seme di un nuovo inizio.
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