Resto al Sud è un incentivo che mira a sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali nel Centro Italia e nel Mezzogiorno.
Vincenzo Durante, responsabile Area Occupazione Incentivi e Innovazione Invitalia, ha illustrato gli incentivi per gli imprenditori dell’Ufita, spiegando nel dettaglio alcuni particolari su questo tipo di finanziamento.
Resto al Sud: a chi è rivolto
Possono richiedere accesso al finanziamento Resto al Sud gli under 46 che:
- Sono residenti, al momento della presentazione della domanda, in Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del cEntro Italia che sono state colpite dai terremoti del 2016 e del 2017.
- Coloro che hanno intenzione di trasferirsi nelle suddette regioni dopo la comunicazione positiva del finanziamento Resto al Sud.
- Coloro che non sono titolari di altre attività imprenditoriali.
- Coloro che non hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
- Coloro che, nel momento della richiesta del finanziamento, non risultano titolari di partita IVA e che non lo sono anche nei 12 mesi antecedenti la presentazione della richiesta Resto al Sud.ù
- Le cooperative, le ditte individuali costituite dopo il 21 giugno 2017 o gruppi di persone che intendono formare un team entro 60 giorni, se residenti all’estero entro 120 giorni, dopo l’esito positivo della valutazione.
Resto al Sud: quali sono i settori ammessi per fare richiesta del finanziamento
I finanziamenti Resto al Sud vengono elargiti, sempre in base all’idoneità del progetto presentato, alle imprese che si occupano di:
- Beni nei settori industriali, nell’artigianato, nella trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura.
- Imprese che si occupano di fornitura di servizi alle imprese e alle persone.
- Servizi al turismo.
Resto al Sud: quali sono i settori non ammessi per fare richiesta del finanziamento
Resto al Sud non finanzia le attività agricole e il commercio, fatta eccezione della vendita dei beni prodotti nell’attività d’impresa.
Nello specifico e in base alla classificazione ATECO 2007:
- Le imprese di Agricoltura, Silvicoltura e Pesca ad eccezione della divisione 03.
- Commercio all’ingrosso e al dettaglio.
- Riparazione di autoveicoli e Motocicli ad eccezione della classe 45.20 e 45.40.3.
- Attività Immobiliari ad eccezione della classe 68.20.
- Attività professionali scientifiche e tecniche.
- Amministrazione e pubblica difesa.
- Assicurazione Sociale Obbligatoria.
- Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico.
- Produzione di Beni e Servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze.
- Organizzazioni ed organismi extraterritoriali.
Resto al Sud: le spese ammissibili
Resto al Sud agevola gli acquisti relativi al programma di spesa e di beni e servizi che rientano nelle seguenti categorie:
- Opere edili relative ad interventi di ristrutturazione e/o manutenzione straordinaria connessa all’attività del soggetto beneficiario nel limite massimo del 30% del programma di spesa.
- Macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica.
- programmi informatici e servizi per le tecnologie dell’informazione e della telecomunicazione.
- spese relative al capitale circolare inerente allo svolgimento dell’attività d’impresa nella misura massima del 20% del programma di spesa.
- Sono ammissibili spese per materie prime, materiali di consumo, semilavorati e prodotti finiti, utenze e canoni di locazione per immobili, eventuali canoni leasing, maturati entro il termine di ultimazione del progetto imprenditoriale, acquisizione di garanzie assicurative funzionali all’attività finanziata.
- Le spese relative ai beni di investimento che, per la loro funzione nel ciclo produttivo e/0 erogazione del servizio, solo localizzati presso altre unità produttive della stessa società o di terzi, sono ammissibili alle agevolazioni purché:
1. Siano relative ad attrezzature utilizzate per lavorazioni effettivamente connesse al completamento del ciclo produttivo da agevolare.
2. Siano singolarmente identificabili mediante immatricolazione e iscrizione nel libro dei beni prestati a terzi o, nel caso di utilizzo presso altre unità produttive della stessa società, nel libro dei beni ammortizzabili ovvero nel libro degli inventari ovvero nel libro giornale; in ogni caso la loro ubicazione deve risultare dai documenti di trasporto tenuti ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 6 ottobre 1978, n.627, e del decreto ministeriale 29 novembre 1978 e successive modifiche e integrazioni.
3. Vengono forniti, per ciascun bene, gli elementi utili di conoscenza in riferimento ai relativi contratti posti in essere (modalità, durata, penalità, clausole di rescissione).
4. La cessione in uso avvenga a titolo gratuito.
5. I beni non vengano destinati a finalità produttive estranee a quelle della società titolare delle agevolazioni.
6. Il legale rappresentante della società cedente sottoscriva una dichiarazione di impegno al rispetto dei predetti vincoli e condizioni, resa sotto forma di DSAN.
Per altri dubbi e per una consulenza è possibile rivolgersi a Invitalia!
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